lunedì 26 ottobre 2009

PREMIO RENATO FUCINI PER IL SONETTO

SONO LIETA DI COMUNICARE I RISULTATI DEL
Premio Letterario Renato Fucini
una collaborazione:
Comune di Monterotondo

Università degli studi di Siena
I VINCITORI DEL PREMIO FUCINI 2009


Una poetessa di Roma e Paolo Cognetti che pubblica con Minimum Fax

Pubblichiamo il verbale della riunione in cui la Giuria ha ufficializzato i vincitori del Premio Renato Fucini 2009, il verbale è stato acquisito dal Comune di Monterotondo Marittimo con delibera della Giunta Comunale. Le premiazioni sono previste per il giorno 14 Novembre alle ore 17 nel Teatro del Ciliegio di Monterotondo Marittimo.

"Oggi, martedì 29 settembre 2009, si è riunita in Siena la Giuria del Premio Renato Fucini, composta da Natascia Tonelli (presidente) e da Maria Antonietta Grignani, Niva Lorenzini, Enzo Golino e Simone Giusti. La riunione, che si è svolta in videconferenza presso la sede della Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Siena, ha avuto per oggetto l’individuazione dei vincitori del Premio Fucini 2009 per il sonetto e per la raccolta di racconti edita.

È risultata assegnataria del premio Fucini per il sonetto inedito la sig.ra FRANCESCA FARINA di ROMA
con il sonetto

“Le sei: l’ora del brulichio… in un secondo
si riaffolla il piazzale della Metro
e si sfolla di gente affannata; il mondo
passa sui mattoni appestati: cieco

il respiro, il cuore furibondo,
le parole mozzate, lo sciupìo
delle membra, i nervi a fondo
nella cassa toracica, l’oblio…

Un chiarore di tomba, di sepolcro
nel cunicolo oscuro, il disdoro
dei giorni, la caduta a piombo…

Disperata poesia, ora ti spoglio:
sei venuta a beffarmi, ti conosco:
era falso il brillio del tuo tesoro”.

Primo classificato sui 158 pervenuti.

Il premio Fucini 2009 per la raccolta di racconti edita è assegnato a Paolo Cognetti per il libro “Una cosa piccola che sta per esplodere”, pubblicato dalla casa editrice Minimum Fax nell’ottobre del 2007.

giovedì 22 ottobre 2009

"PORTRAITS-RITRATTI FOTO-POETICI" DI VINCENZA SALVATORE

E'STATO APPENA PUBBLICATO DALLE "EDIZIONI ASSOCIATE" DI GIORGIO CORTELLESSA, ROMA, UN LIBRO STRAORDINARIO NEL PANORAMA EDITORIALE ITALIANO:SI TRATTA DI UN LIBRO FOTO-POETICO, OSSIA COMPOSTO DEI RITRATTI FOTOGRAFICI DI 51 POETI E DEI RITRATTI IN POESIA SCRITTI DAGLI STESSI POETI, FOTOGRAFATI CON TANTA SAPIENZA DA VINCENZA SALVATORE, FOTOGRAFA ORMAI ATTIVA A ROMA DA MOLTI ANNI. IL VOLUME, IN CUI SIA VINCENZA SALVATORE, SIA I POETI HANNO PROFUSO TUTTA LA LORO MAESTRIA ARTISTICA E CULTURALE, E' STATO PRESENTATO LUNEDI' 19 OTTOBRE 2009, ALLE ORE 21,00, PRESSO IL TEATRO COLOSSEO, VIA CAPO D'AFRICA, ALLA PRESENZA DI QUASI TUTTI I POETI, CHE HANNO LETTO LE LORO POESIE DAVANTI A UN PUBBLICO NUMEROSO ED ENTUSIASTA,CHE HA APPLAUDITO I VARI AUTORI INTERVENUTI. ALDO MASTROPASQUA HA APERTO LA SERATA IN VESTE DI PREFATORE DEL LIBRO, MENTRE EUGENIA SERAFINI HA CURATO LA POST-FAZIONE DELLO STESSO. I MUSICISTI MARCO CINQUE E PINO PECORELLI HANNO ACCOMPAGNATO I POETI NELLA LORO PERFORMANCE.
UNA NOTA PERSONALE: QUANDO HO CONOSCIUTO VINCENZA SALVATORE, ERAVAMO ENTRAMBE SU UN PALCOSCENICO, A LEGGERE CIASCUNA LE PROPRIE POESIE, DURANTE UNA DELLE TANTE MANIFESTAZIONI CHE SI SVOLGEVANO E SI SVOLGONO OGGI A ROMA. LEI, CON TANTA MODESTIA,CHE ERA LA CIFRA CHE LA CONTRADDISTINGUEVA, SI DICHIARO' SUBITO UNA DILETTANTE IN POESIA, MENTRE IO, CHE SCRIVO DA SEMPRE, HO SEMPRE CREDUTO NEL DONO INNATO, QUASI CONNATURATO ALLA MIA STESSA INDOLE, MALATTIA E GUARIGIONE,SPLENDORE E OSCURITA', ABISSO E ALTEZZA INDICIBILE, E HO SEMPRE LOTTATO E LOTTO PER PERSEGUIRE QUESTO DESTINO, CERTO NON VOLUTO, CHE TALVOLTA ANZI MALEDICO.
VINCENZA ALLORA MI HA COLPITO IMMEDIATAMENTE, DANDOMI L'IMPRESSIONE DI UNA PERSONA MOLTO BUONA E DOLCE, MA ANCHE MOLTO SOLA. HO VISTO POI IL SUO GRANDE IMPEGNO IN PARROCCHIA, COME ERA STATO GRANDE NELL'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE, PER CIRCA TRENT'ANNI.SONO FELICE QUINDI DI AVERLA INTRODOTTA NEL MONDO DELLA POESIA, FACENDOLE CONOSCERE TUTTI I MIEI AMICI POETI, CHE LEI NON CONOSCEVA NEPPURE DI NOME,UN INTERO UNIVERSO PER LEI FINO A QUEL MOMENTO IMPENSABILE, CHE HA DATO UN NUOVO INDIRIZZO ALLA PROPRIA ESISTENZA. QUESTO LIBRO RAPPRESENTA LA "SUMMA" DEI SUOI DUE GRANDI AMORI,CREDO: LA FOTOGRAFIA E LA POESIA, VERO "CAPOLAVORO" DELLA SUA VITA, TUTTA VOTATA ALLA PAROLA E ALLA SCRITTURA DELLA LUCE.

venerdì 9 ottobre 2009

"VALORE VAGINALE" DI TOMASO BINGA/BIANCA MENNA

TOMASO BINGA E L’INVENZIONE DELLA SCRITTURA.
“VALORE VAGINALE” DI TOMASO BINGA, EDIZIONI TRACCE, PESCARA, 2009,
prefazione di Gillo Dorfles.

Tomaso Binga/Bianca Menna si pone (ci si pone) come "problema" fin dal suo doppio nome, che prelude a una doppia identità: maschile e femminile; nella sua sfrenata voglia di provocazione va ancora oltre: il nome che ha scelto per identificarsi ed essere identificata, ossia “Tomaso”, è proprio scritto con una sola “emme”, così molti dei suoi lettori pensano che sia sbagliato, come molti di coloro che la incontrano di persona pensano di essersi sbagliati, di aver capito male: credevano di incontrare un uomo e invece si trovano davanti un donna, femminilissima, apparentemente dolcissima, ma assolutamente ferma nei suoi propositi d’arte, scardinare il vieto bello e facile e comodo del linguaggio, la NOIA terrificante dei temi e delle rime consuete, l’andamento lento dei versi tradizionali, delle parole dette e ridette, trite, fritte e rifritte.
Lei ha la capacità quasi unica e magica di manipolarle, ripeterle cento volte, come per convincersi e convincerci della loro validità e verità, rovesciarle come fossero guanti o cappotti vecchi e riproporle nuove nuove come nel primo giorno della creazione. Con amore e furore quasi frenetici la Poeta muove i suoi passi nella cristalliera scintillante e delicatissima della fonè, il suono e i suoi echi, come un elefante energico e turbolento che, scuotendo la sua penna, fa andare in mille pezzi sostantivi e aggettivi, esplodere i verbi, incrinare gli avverbi, liquefare le congiunzioni…
Il suo nuovo volume di poesia, tra i tanti che ha pubblicato, è come la summa ideale e concreta della sua opera e il manifesto della sua ideologia: la meditazione sul potere magnifico e inquietante della parola. Le sue filastrocche apparentemente infantili, apparentemente semplici, quasi giochi linguistici di bambini, con la forza devastante e ironica della reiterazione e della interiezione quasi spasmodiche, sono in realtà lapidarie come articoli di legge, che ci costringono a riflettere sulla grandezza funerea del linguaggio, duplice e plurimo, che si nasconde e si svela nel momento stesso del suo farsi e Binga ci fa vedere proprio la fase della nascita del “nome”, l’origine del mondo, che comincia a esistere nell’istante in cui è narrato.

(Francesca Farina)