giovedì 10 dicembre 2009

LA MIA POESIA SELEZIONATA AL PREMIO LINFERA 2009

Chissà, mio caro,
a quale oscura, tenebrosa proda
ci arenerà, crudele, il tempo,
a quale inusitato porto
la nave enorme dal fasciame lento
ci condurrà, ostile,
urtando appena contro la banchina,
se nave ospedaliera o portantina,
feretro o aquilone
pallone aerostatico frenato
giunco incantato oscillante
ai flutti viola d’un tramonto d’estate...
Chissà, abusando della nostra pazienza,
o piuttosto della mia impazienza,
quali doni, frutti succosi o amari, recherà
fasce, garze, bende bianche o fiori
morfina o melatonina,
carnitina o vitamina,
caro, carne della mia carne
non sei, ma carne siamo
entrambi e cenere saremo
o forse spuma di arcobaleno
sangue di sclarèa
fiocco di nuvola e pezzo di cielo...

sabato 5 dicembre 2009

PREMIO LINFERA ALLA FIERA DELLA PICCOLA E MEDIA EDITORIA ALL'EUR (CI SARO' ANCH'IO...)

ROMA 8 DICEMBRE 2009
Caro amico di «línfera»,
la Redazione della rivista, insieme a Edizioni Progetto Cultura, è lieta di invitarti alla Cerimonia conclusiva della II Edizione del Premio Nazionale di Poesia Quaderni di línfera, che si terrà martedì, 8 dicembre 2009, dalle 11,00 alle 12,00, presso il Caffè Letterario del Palazzo dei Congressi di Roma (EUR - Piazzale Kennedy, 1), durante l'VIII Edizione della Fiera della Piccola e Media Editoria, Più Libri Più Liberi.
La Cerimonia è per noi la conferma del percorso avviato da tempo dalla rivista, fondato sulla progettazione e la realizzazione di eventi e opere letterarie che diano concretezza al nostro programma di Neorinascenza letteraria. Infatti, oltre alla premiazione dei vincitori e alla presentazione dell'Antologia 2009 dei partecipanti selezionati, presenteremo sia il volume Macerie di Francesco Onìrige, vincitore della I edizione del Premio, sia il volume La civiltà dei poeti, con i testi dei giurati Maria Luisa Spaziani, Dante Maffia, Salvatore Martino, Elio Pecora e Angelo Sagnelli preceduti da un'ampia prefazione di Franco Ferrarotti, dal titolo Gli intellettuali come 'separati in casa'. Questi libri rappresentano la concretezza dell'azione di «línfera», l'influenza e l'incisività del nostro progetto rispetto alla società letteraria.
Cerimonia di Premiazione
II Edizione del Premio Nazionale di Poesia Quaderni di línfera
Martedì, 8 dicembre 2009
ore 11,00-12,00
Interviene l'editore, Marco Limiti
Presenziano: Maria Luisa Spaziani, Dante Maffia, Salvatore Martino, Elio Pecora e Angelo Sagnelli
Leggono i propri testi:
Francesco Onìrige (pseudonimo di Francesco Nigro, vincitore Sezione A della precedente edizione)
Anna Magnavacca, Laura Rainieri e Walterina Rosati (finalisti Sezione B, in ordine alfabatico)
Maria Teresa Carcano, Daniela Negri e Rodolfo Vettorello (finalisti Sezione A, in ordine alfabatico)
Coordinano Luca Morricone e Roberto Raieli

Caffè Letterario
Palazzo dei Congressi
EUR - Piazzale Kennedy, 1
ROMA

Ingresso alla Fiera 6 euro (biglietto intero)
Per leggere l'elenco completo degli autori selezionati per l'Antologia 2009 del Premio:
http://www.linfera.it/annunci/autori-selezionati-per-antologia-2009-del-premio
Presso lo STAND A01, di Edizioni Progetto Cultura, sarà possibile acquistare tutti i volumi della collana Selezione Quaderni di línfera.
In attesa dell'evento, consigliamo di leggere la PRIMA PAGINA del NUMERO 7 di «línfera», scaricabile in PDF all'indirizzo http://www.linfera.it/leggi-linfera-online del nostro sito. La pagina contiene scritti di: Luca Morricone, Roberto Raieli, e Sergio Campailla.
Le copie cartacee della rivista saranno distribuite (come sempre gratuitamente) nel corso dell'evento.
Il NUMERO 7 di «línfera» contiene scritti di: Alessandro Narduzzo, Alfonso Angrisani, Andrea Crostelli, Antonietta Tiberia, Antonio Veneziani, Dante Maffia, Ennio Calabria, Fabio Pierangeli, Francesca Innocenzi, Francesco Lioce, Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Guido Oldani, Lino Angiuli, Luca Morricone, Maria Luisa Spaziani, Mariangela Gualtieri, Maurizio Cucchi, Marzia Spinelli, Rasim Sejdic, Reinaldo Arenas, Renzo Paris, Roberto Raieli, Rossella Pompeo, Sebastiano Giovanni Mirabella, Sergio Campailla e Vincenzo Mascolo. Le traduzioni sono di: Claudio Marrucci.
Le illustrazioni sono di: Edoardo Morricone.
Buona lettura.

mercoledì 25 novembre 2009

WWW.NOIDONNE.ORG

PICCOLA CORREZIONE, IL BLOG DI NOIDONNE E' WWW.NOIDONNE.ORG.

LUCA BENASSI E LA SUA CRITICA A "TRAGOEDIA", DI FRANCESCA FARINA, EDITRICE ZONA, 2008.

Poesia / Francesca Farina
"Come creatura senza meta"
"Musicalità dell’endecasillabo e rime inedite e sorprendenti"
di Luca Benassi (PUBBLICATO SU NOIDONNE, WWW.NOIDONNE.IT)
Il sonetto è senza dubbio la forma chiusa più usata nella letteratura italiana e l’amore è l’argomento più cantato in poesia. Chi dunque si mette a scrivere e chi legge sonetti d’amore deve fare i conti con una tradizione plurisecolare, declinata sia al maschile che al femminile, che ha plasmato gran parte della letteratura italiana. È una tradizione che pesa, che non si può liquidare e che allo stesso tempo è necessario rinnovare e a volte cercare di superare; eppure Francesca Farina riesce a entrarvi dentro senza farsi intimorire, sicura e consapevole delle proprie capacità, abitando la forma sonetto con una leggerezza e una abilità fuori dal comune. I sui sonetti scivolano sulla musicalità dell’endecasillabo calcato su costruzioni di rime inedite e sorprendenti: si tratta di una liricità diffusa, semplice a una prima lettura, che impregna testi di un’impronta sostanzialmente narrativa. “Tragoedia” (Editrice Zona, Arezzo 2008), dal quale sono tratti i versi qui pubblicati, contiene una corona di sonetti assai lontana dall’idea di canzoniere, dove l’amore è declinato nelle sue forme terrene più svariate. Se la sezione “Sonetti al bastardo” ripercorre una vicenda amorosa fatta di un continuo ritrovarsi e abbandonarsi, cercarsi, ignorarsi; la sezione “Familiares” trova il suo centro tonale nel rapporto con la terra d’origine, la Sardegna, con la madre e il padre, con una parente della quale si ripercorrono gli ultimi giorni di vita. È un amore, quello di Farina, dal risvolto amaro, dominato dal senso dell’abbandono, dalla precarietà della perdita, dove spesso la versificazione si fa rocciosa, inquieta, tagliente, drammaticamente consapevole di un destino di dolore. È dunque un amore che non può che sfogare, nell’ultima sezione “La tragedia dei giorni”, nella riflessione sul sé, sui percorsi fatti, su ciò che si deve compiere, su ciò che si è ricevuto dalla vita. Si tratta forse dei testi più forti, percorsi da una vena di sofferenza che proprio nella riproposizione della tragedia dell’esistere donano al lettore una possibile, personale catarsi. Ecco dunque che se Francesca Farina ricorda nel sonetto d’incipit come il suo stesso cognome sia grano che diventa pane e nutrimento, il testo di congedo contiene invece un’amara meditazione sulla morte: “La tagliola è scattata - che poi sia/ o lutto o malattia o di moneta/ si debba corrispondere ogni frutto -// o nella pania presto è avvoltolata/ la preda, destinata a ogni bassezza,/ consegnata alla morte, estremo lutto.”
Francesca Farina, nata a in Sardegna, risiede dal 1973 a Roma. Fin da giovanissima ha cominciato a scrivere poesie, racconti e diari, questi ultimi premiati in diverse occasioni. Nel 1998 ha curato la pubblicazione di “Framas” (“Fiamme”, in sardo) che raccoglie poesie del fratello, della madre e un suo racconto. Ha pubblicato le raccolte poetiche “Sulle ali dell'angelo”, “Nature morte”, “Metamorphòseon” e “Tragoedia”. Ha scritto, inoltre, tre sceneggiature: una basata sulla “Vita di Vittorio Alfieri scritta da sé medesimo”, una ambientata nella Sardegna dei primi anni Sessanta e intitolata “Tamarikes de preta” (“Tamerici di pietra”) e una tratta dal romanzo “Il giorno del Giudizio” di Salvatore Satta. Diversi sonetti e un romanzo sono in attesa di pubblicazione. Nel corso degli ultimi anni ha ideato e organizzato numerosi eventi culturali, come la “Maratona dei Poeti” e il “Leopardi’s Day” con letture poetiche in occasione dell’anniversario della nascita di Giacomo Leopardi.



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Non ti ricordo, non dirmi che non sai,
sei stato una bufera di sospiri,
un vento dei più amari desideri,
ma non sei qui, e quindi che ne fai

della tua assenza, di non mostrarmi mai
la tua figura, esausta e malcontenta,
la luce dei mattini, l’impazienza
che snerva e mi distoglie da altri guai?

Però, se adesso varcassi la mia porta,
se suonassi al citofono o il cellulare
modulasse il suo canto inespressivo,

mi strapperei dal petto il cuore vivo
per recartelo intero e farlo amare,
ma non lo rivorrei: senza di te me ne privo.



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E’ notte, ma vorrei fosse domani,
il giorno già intrapreso, il sole sveglio,
gli alberi che si dondolano nel prato,
illuminati da un mattino acceso;

e tu, dall’altra parte del giardino,
che già sorridi e aspetti che mi affacci,
e se mi vedi mi chiami, poi mi abbracci
appena scesa giù, a te vicino.

Invece, all’alba mi alzo, mi rassetto,
leggo il giornale, bevo il mio caffè,
nel silenzio ovattato; nulla aspetto,

tanto meno che tu ti accosti a me,
che telefoni o scriva: il mio segreto
è quello d’ignorarti, altro non cerco.



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Lui fu sorgente ed io sono sua foce,
che scorre verso un mare devastato,
il mondo senza pace ormai restato,
che arranca trascinando la sua croce;

era sgorgato dal più splendido monte
che mai conobbe, dal niveo Monte Albo,
che non ha nevi, ma è come imbiancato
da calce millenaria, eccelse rocce.

A poche leghe vi nasce un vero fiume,
il Tirso, nei suoi prati di Mannùri,
che trascorreva senza tregua, astato.

Egli non crebbe certo in molli piume,
ma percorse bambino aspri tratturi,
seguendo il gregge, suo bene adorato.




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Alla madre.

Lavi i piatti, ti asciughi poi le mani
a un vecchio canovaccio stropicciato,
ma il tuo viso, come quello diventato,
è ancora bello, con tutti i suoi domani.

Rimetti a posto le scodelle, i pani
che ingombrano il tuo desco apparecchiato,
poi ti volgi al camino incendiato
per riscaldarti un attimo, ma i cani

che ti mordono in petto non hanno posa:
sempre li aizza un antico tormento,
che non conosci ed è mutato in lutto

da quando il tuo figliolo, che era rosa
e sole senza nubi, tuo fermento,
è calato alla fossa, assurdo tutto.


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domenica 22 novembre 2009

BLUES MANTRA DI BIAGIO PROPATO PER VITO RIVIELLO

( Per Vito Riviello )



E ti aspetto, convinto che rispunterai menestrello e giullare
come ogni sera puntuale la nostra amica luna rispuntava
calante o crescente, mezza o piena, dalla tolda colorata
della nave di Fellini, dai rami dei cipressi del Verano
dalle torri delle mura romane affollate da ciurme di spettri
su di noi seduti nel tempio sempre giovane di Poesia
tra il sibilo di voci, forme e colori della Locanda

riecheggianti il Lupo della Steppa , Narciso e Boccadoro
il Darma del Sakiamuni, le storie e le fiabe ancestrali
come assopiti fossimo davanti alle fiammelle dei caminetti
della Lucania silvestre o nella sala dei commensali nell’isola
di Scheria incantati dal racconto di Odisseo tra Alcinoo e i Feaci
mentre Nausicaa chiusa e delusa nel suo verde pudore invidiava
Penelope, Circe e Calipso, e catàla catàla all’ammasùna se ne andava

Stavòta hai schirzàte seriament e nisciùne sàpede
si tutt iè vere o iè tutt nu scherz tremend
si u iuocu va nnant fine a fine du cchiù duce ngann

E ti aspetto, e ti vedo negli occhi di Lidia e nei passi di Daniela
dove torna a rivivere il tuo volto demotico e patrizio
travolto dalla piena, ora al guado inevitabile delle mutazioni
che ti hanno reso polvere cosmica non più mera presenza
ma infinita essenza non legata al soma in cui ti dimenavi
e non volevi più restare, quale ospite stanco e transeunte
poiché assaporavi già l’odore oltre la cortina, nel tuo segreto Dove

Sempre venire per poi andare, sempre esserci per poi non esserci!
Dove sei adesso, amico? Chi sono le tue nuove fidanzate? Ancelle
amorevoli come Silvia, Giuliana, Silvana, Prisca, Francesca, Lucy: lucky?
Hai incontrato altra sposa più fedele della tua ora nubile sposa?
Ci sono tante scale nel nuovo palazzo dove ora risiedi, condomini
rumorosi e pettegoli, drammi Assurdi e familiari, Città tra paesi
Questioni meridionali irrisolte, Sud del sud dei sud, Suddissimi Finisterre:

poetastri e astre che bramano divenire elette andando a letto con strambotti
e disgustosi mottetti, ignorando il duro lavoro dell’apprendistato:.la chiamata?

E ti aspetto, immaginandomi che tu esca dal portone e mi inviti
dopo aver gustato una macedonia con cura da Osvaldo preparata
a percorrere Via Dei Sabelli quasi fino alla Piazza dell’immacolata
dove Goti e Visigoti, sia gli Unni che gli Altri strombettano e rullano
canne e tamburi sotto lo sguardo paziente della lungimirante Selene
che tutto guarda e non ordina punizioni, che tutto illumina
e non chiede pagamenti di bollette, ma solo un verso solidale

Statt bbuonu amicu, cuntinua pure a ride Cuma nu Budda
picchi u tiemp nun si ferma mai pi dà seri cunsigghi
nu mùzzich’ i surrise a cu nun ha mai ridùte mmienz’ a paunigghia

Nel libro dell’Ecclesiaste è scritto: “ I vivi sono consci
che moriranno. I morti non sono consci di nulla.”
Non vi è differenza alcuna, per l’uomo e per la bestia.
Le anime di entrambi vanno nello Sceol, poiché tratti dalla polvere
ritornano alla polvere.”…ma l’Antico dei Giorni ridare può il suo Spirito
un abito nuovo al secondo Adamo, alla novella Eva
e il ciclo ricomincia: l’agnello e il lupo rumineranno la stessa erba

Che Babilonia! Che Sodoma! Che Gomorra! E Che San Lorenzo!
IALLA BINA , BISSM ILLAH IRAHMAN IRAHIM
TWENDE ORENDA WAKANTANKA CHUNKAWAKAN
HABA NA HABA HUJAZA KIBABA NAKA SUBABI
MUTIKATI KATI MUTI MUTIKATI TITIKATA KAKATUA
HIC SUNT LEONES, HIC ERAT MAGNUM NAKA KATA
( Aber...Meines vaters haus im suden steht,
sonne warmt es sanft und seeluft weht.
La casa di mio padre è laggiù nel sud,
dolce la scalda il sole, vi spira vento del mare.
E’ lì che tornare, che tornare io voglio!
Ich allein , Vito Riviello, bin wach und friere
Io solo, Vito Riviello, sono sveglio e le membra ho gelate.“)

E arocna it ottepsa odnepsa ehc non oved erattepsa!
E ancòra ti aspetto sapendo che non devo aspettare!
ACATI! Ora legno cavo verso la tua isola scorri
adempiendo il Palindromo, rivelando il vero nome
a chi ti ha atteso anche prima della partenza
e ora vive il dolore del viaggio conchiglia aperta agli echi
dei marosi e al suono vivo di sirene nel crepuscolo del pianeta

Ninn iame addùnc? Iamuninn prima ca a notte ni stròzzede u cannarruòzzu
mbruscinàmune ndass ciele bebbe bebbe chien’ i nuvole e cuccipinnèdde
ca ricamane u paràvise mpastate cu angiuli e culuri nda na divina tavolozza

Nel parco oggi ho seppellito Camilla il piccolo rondone
trovato una settimana fa sul muretto del Tevere caduto dal nido
e portato a casa avvinghiato al mio petto sotto sguardi stupefatti
sperando di allenarlo al volo, di renderlo libero nel vento.
Ho portato da mangiare ai piccioni, e so che più mangeranno
e più si avvicineranno verso il tempo della tremenda stasi.
Molto triste sono per Tutto, ma pieno di stupore per la vita!

Vito, tu sapevi che i tuoi Kukù avrebbero solcato gli azzurri
fatto sorridere i cieli aperti a ospitarti per sempre nella casa senza pareti
dove il Figlio dell’Uomo prepara stanze per i terrestri mortali
e freme per riaprire i sepolcri e liberare carni frantumate
nell’oblio giacenti per ricongiungerle allo Spirito Primèvo
tra voli e cori di Eloim in festa per l’epifania dei nuovi arrivati
nel Regno eburneo infinito dove decadono tutte le umane tirannie?

E ti aspetto ancòra sotto gli ombrelloni della Locanda!
Eccoti nella tua nuova forma che giungi piano e tranquillo!
Mi porti i saluti di Ugo, di Italo e di altri.
Mi dici che ora sei eternamente sveglio
e continui a fare versi da tutte le parti
poiché poeta fosti tra quelli che nascono
per essere poeti chiamati dalla poesia.

Fine a chi si ndu ball ball e dopu sball prima ca t’imbàllise
e si voi iess alticciu haia acchianà sup’u gautu tralicciu
pi trase ndu paràvise a quattr passi i stu munn curmu i ‘mpicci.

E àncora ti aspetto ancòrato a un ramo di salice in balia di correnti
iperboree, di rapide, di titanici flutti nell’alternarsi delle maree
quando Sele ne il suo alone lambisce la terra e rane gracchiano
dagli acquitrini con lo sguardo rivolto all’Ogdoade
per ricordarci il nostro sito sidereo originale
nel cui grembo ora navighi: già nelle Grandi Acque! Tu Amico!
TU che per me resti: COLUI CHE CAMMINA CON DANIELA!



ROMA 4- LUGLIO 2009
AUTOBUS 70 – SABATO ORE 15, 04 Biagio Propato
LOCANDA HERMANN ORE 20,O4

venerdì 20 novembre 2009

"FALLO COL NUMERO!" MOSTRA DI FELICE RAGAZZO

Comunicato stampa.

Presso l’Archivio Menna/Binga,
Via dei Monti di Pietralata, 16 - Roma
(da Largo Beltramelli, presso la Stazione Tiburtina),
Il giorno giovedì 3 dicembre 2009, ore 17.30, il designer
Felice Ragazzo
presenterà studi, prodotti, esperienze di geometria e design, in una mostra dal titolo
“Fallo col numero” (“Do it with numbers”).

Per l’occasione sono previsti interventi da parte del prof. Franco Ghione, ordinario di Geometria Algebrica e da parte del
prof. Carlo Martino,
direttore della rivista Design for Made in Italy.

L’evento è un’occasione per mostrare una visione euristica, ironica e disincantata dei numeri, della geometria e della forma. Con sequenze di immagini, videoproiezioni, oggetti realizzati, oggetti immaginati, campioni e prototipi. Con oggetti etnici trovati: curiosi, meravigliosi, stimolanti. Per inseguire un’idea di fecondo connubio tra numero e pregnanza del fare. Rassemblando tutte queste cose in una parola sola:

«aritmopoiesi».

Felice Ragazzo è docente free lance di Disegno Industriale presso La Sapienza Università di Roma, fa parte dell’Osservatorio Nazionale per il Design, è esperto del materiale-legno.

La mostra sarà aperta fino al 30 gennaio 2010.
Per informazioni 06 4103120; 06 36301333;
info@feliceragazzo.it - tomasobinga@libero.it

domenica 1 novembre 2009

MARATONA DEI POETI PER PASOLINI 2 NOVEMBRE 2009

SIETE TUTTI INVITATI ALLA "MARATONA DEI POETI PER PASOLINI" CH SI TERRA' ALL'ALEPH,IL CENTRO CULTURALE DI GIULIA PERRONI E LUIGI CELI, CHE VEDRA' LA PRESENZA DI NUMEROSI POETI, MA E' ANCHE APERTA A CHIUNQUE VOGLIA DARE UN CONTRIBUTO ALLA SERATA DI OMAGGIO A UNO DEI PIU' GRANDI POETI ITALIANI DEL NOVECENTO, ASSASSINATO NELLA NOTTE TRA IL 1 E IL 2 NOVEMBRE 1975, AD APPENA 53 ANNI. QUANTE COSE AVREBBE POTUTO DARCI, SE IL SUO PERCORSO NON FOSSE STATO TANTO DOLOROSAMENTE TRONCATO!

"NELLA NOTTE IN CUI FU TRADITO,
EGLI PRESE IL CALICE, LO ALZO'
E LO BEVVE FINO ALL'ULTIMA GOCCIA..."

MARATONA DEI POETI PER PASOLINI 2 NOVEMBRE 2009

CENTRO CULTURALE ALEPH
DI GIULIA PERRONI E LUIGI CELI
VICOLO DEL BOLOGNA 72, ROMA
LUNEDI’ 2 NOVEMBRE 2009, ore 18,00
OMAGGIO A PASOLINI
MARATONA DI POESIA
CON I POETI

DOMENICO ALVINO, PAOLO ARCERI, LUCIANNA ARGENTINO, SILVANA BARONI, LUCA BENASSI, TOMASO BINGA, PAOLO BORZI, MARIA GRAZIA CALANDRONE, LAURA CANCIANI, LEA CANDUCCI, MARIA CLELIA CARDONA, EMANUELA CELI, LUIGI CELI, TIZIANA COLUSSO, CHIARA D’APOTE, GABRIELLA DI TRANI, FRANCO FALASCA, FRANCESCA FARINA, LIDIA GARGIULO, CARLA GUIDI, IOLANDA LA CARRUBBA, FRANCESCO LIOCE, DONATELLA MEI, FARAON METEOSES, DANIELA NEGRI, IVAN PADUANO, PLINIO PERILLI, GIULIA PERRONI, ENRICO PIETRANGELI, ROBERTO PIPERNO, MIMMA PISANI, ROSSELLA POMPEO, BIAGIO PROPATO, CONY RAY, ELENA RIBET, LIDIA RIVIELLO, EUGENIA SERAFINI, LUIGIA SORRENTINO, GIUSEPPE SPINILLO, MARISA TOLVE.

A CURA DI FRANCESCA FARINA
SERVIZIO VIDEO-FOTOGRAFICO DI VINCENZA SALVATORE
ROSAFRANCEFARINA@FASTWEBNET.IT

lunedì 26 ottobre 2009

PREMIO RENATO FUCINI PER IL SONETTO

SONO LIETA DI COMUNICARE I RISULTATI DEL
Premio Letterario Renato Fucini
una collaborazione:
Comune di Monterotondo

Università degli studi di Siena
I VINCITORI DEL PREMIO FUCINI 2009


Una poetessa di Roma e Paolo Cognetti che pubblica con Minimum Fax

Pubblichiamo il verbale della riunione in cui la Giuria ha ufficializzato i vincitori del Premio Renato Fucini 2009, il verbale è stato acquisito dal Comune di Monterotondo Marittimo con delibera della Giunta Comunale. Le premiazioni sono previste per il giorno 14 Novembre alle ore 17 nel Teatro del Ciliegio di Monterotondo Marittimo.

"Oggi, martedì 29 settembre 2009, si è riunita in Siena la Giuria del Premio Renato Fucini, composta da Natascia Tonelli (presidente) e da Maria Antonietta Grignani, Niva Lorenzini, Enzo Golino e Simone Giusti. La riunione, che si è svolta in videconferenza presso la sede della Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Siena, ha avuto per oggetto l’individuazione dei vincitori del Premio Fucini 2009 per il sonetto e per la raccolta di racconti edita.

È risultata assegnataria del premio Fucini per il sonetto inedito la sig.ra FRANCESCA FARINA di ROMA
con il sonetto

“Le sei: l’ora del brulichio… in un secondo
si riaffolla il piazzale della Metro
e si sfolla di gente affannata; il mondo
passa sui mattoni appestati: cieco

il respiro, il cuore furibondo,
le parole mozzate, lo sciupìo
delle membra, i nervi a fondo
nella cassa toracica, l’oblio…

Un chiarore di tomba, di sepolcro
nel cunicolo oscuro, il disdoro
dei giorni, la caduta a piombo…

Disperata poesia, ora ti spoglio:
sei venuta a beffarmi, ti conosco:
era falso il brillio del tuo tesoro”.

Primo classificato sui 158 pervenuti.

Il premio Fucini 2009 per la raccolta di racconti edita è assegnato a Paolo Cognetti per il libro “Una cosa piccola che sta per esplodere”, pubblicato dalla casa editrice Minimum Fax nell’ottobre del 2007.

giovedì 22 ottobre 2009

"PORTRAITS-RITRATTI FOTO-POETICI" DI VINCENZA SALVATORE

E'STATO APPENA PUBBLICATO DALLE "EDIZIONI ASSOCIATE" DI GIORGIO CORTELLESSA, ROMA, UN LIBRO STRAORDINARIO NEL PANORAMA EDITORIALE ITALIANO:SI TRATTA DI UN LIBRO FOTO-POETICO, OSSIA COMPOSTO DEI RITRATTI FOTOGRAFICI DI 51 POETI E DEI RITRATTI IN POESIA SCRITTI DAGLI STESSI POETI, FOTOGRAFATI CON TANTA SAPIENZA DA VINCENZA SALVATORE, FOTOGRAFA ORMAI ATTIVA A ROMA DA MOLTI ANNI. IL VOLUME, IN CUI SIA VINCENZA SALVATORE, SIA I POETI HANNO PROFUSO TUTTA LA LORO MAESTRIA ARTISTICA E CULTURALE, E' STATO PRESENTATO LUNEDI' 19 OTTOBRE 2009, ALLE ORE 21,00, PRESSO IL TEATRO COLOSSEO, VIA CAPO D'AFRICA, ALLA PRESENZA DI QUASI TUTTI I POETI, CHE HANNO LETTO LE LORO POESIE DAVANTI A UN PUBBLICO NUMEROSO ED ENTUSIASTA,CHE HA APPLAUDITO I VARI AUTORI INTERVENUTI. ALDO MASTROPASQUA HA APERTO LA SERATA IN VESTE DI PREFATORE DEL LIBRO, MENTRE EUGENIA SERAFINI HA CURATO LA POST-FAZIONE DELLO STESSO. I MUSICISTI MARCO CINQUE E PINO PECORELLI HANNO ACCOMPAGNATO I POETI NELLA LORO PERFORMANCE.
UNA NOTA PERSONALE: QUANDO HO CONOSCIUTO VINCENZA SALVATORE, ERAVAMO ENTRAMBE SU UN PALCOSCENICO, A LEGGERE CIASCUNA LE PROPRIE POESIE, DURANTE UNA DELLE TANTE MANIFESTAZIONI CHE SI SVOLGEVANO E SI SVOLGONO OGGI A ROMA. LEI, CON TANTA MODESTIA,CHE ERA LA CIFRA CHE LA CONTRADDISTINGUEVA, SI DICHIARO' SUBITO UNA DILETTANTE IN POESIA, MENTRE IO, CHE SCRIVO DA SEMPRE, HO SEMPRE CREDUTO NEL DONO INNATO, QUASI CONNATURATO ALLA MIA STESSA INDOLE, MALATTIA E GUARIGIONE,SPLENDORE E OSCURITA', ABISSO E ALTEZZA INDICIBILE, E HO SEMPRE LOTTATO E LOTTO PER PERSEGUIRE QUESTO DESTINO, CERTO NON VOLUTO, CHE TALVOLTA ANZI MALEDICO.
VINCENZA ALLORA MI HA COLPITO IMMEDIATAMENTE, DANDOMI L'IMPRESSIONE DI UNA PERSONA MOLTO BUONA E DOLCE, MA ANCHE MOLTO SOLA. HO VISTO POI IL SUO GRANDE IMPEGNO IN PARROCCHIA, COME ERA STATO GRANDE NELL'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE, PER CIRCA TRENT'ANNI.SONO FELICE QUINDI DI AVERLA INTRODOTTA NEL MONDO DELLA POESIA, FACENDOLE CONOSCERE TUTTI I MIEI AMICI POETI, CHE LEI NON CONOSCEVA NEPPURE DI NOME,UN INTERO UNIVERSO PER LEI FINO A QUEL MOMENTO IMPENSABILE, CHE HA DATO UN NUOVO INDIRIZZO ALLA PROPRIA ESISTENZA. QUESTO LIBRO RAPPRESENTA LA "SUMMA" DEI SUOI DUE GRANDI AMORI,CREDO: LA FOTOGRAFIA E LA POESIA, VERO "CAPOLAVORO" DELLA SUA VITA, TUTTA VOTATA ALLA PAROLA E ALLA SCRITTURA DELLA LUCE.

venerdì 9 ottobre 2009

"VALORE VAGINALE" DI TOMASO BINGA/BIANCA MENNA

TOMASO BINGA E L’INVENZIONE DELLA SCRITTURA.
“VALORE VAGINALE” DI TOMASO BINGA, EDIZIONI TRACCE, PESCARA, 2009,
prefazione di Gillo Dorfles.

Tomaso Binga/Bianca Menna si pone (ci si pone) come "problema" fin dal suo doppio nome, che prelude a una doppia identità: maschile e femminile; nella sua sfrenata voglia di provocazione va ancora oltre: il nome che ha scelto per identificarsi ed essere identificata, ossia “Tomaso”, è proprio scritto con una sola “emme”, così molti dei suoi lettori pensano che sia sbagliato, come molti di coloro che la incontrano di persona pensano di essersi sbagliati, di aver capito male: credevano di incontrare un uomo e invece si trovano davanti un donna, femminilissima, apparentemente dolcissima, ma assolutamente ferma nei suoi propositi d’arte, scardinare il vieto bello e facile e comodo del linguaggio, la NOIA terrificante dei temi e delle rime consuete, l’andamento lento dei versi tradizionali, delle parole dette e ridette, trite, fritte e rifritte.
Lei ha la capacità quasi unica e magica di manipolarle, ripeterle cento volte, come per convincersi e convincerci della loro validità e verità, rovesciarle come fossero guanti o cappotti vecchi e riproporle nuove nuove come nel primo giorno della creazione. Con amore e furore quasi frenetici la Poeta muove i suoi passi nella cristalliera scintillante e delicatissima della fonè, il suono e i suoi echi, come un elefante energico e turbolento che, scuotendo la sua penna, fa andare in mille pezzi sostantivi e aggettivi, esplodere i verbi, incrinare gli avverbi, liquefare le congiunzioni…
Il suo nuovo volume di poesia, tra i tanti che ha pubblicato, è come la summa ideale e concreta della sua opera e il manifesto della sua ideologia: la meditazione sul potere magnifico e inquietante della parola. Le sue filastrocche apparentemente infantili, apparentemente semplici, quasi giochi linguistici di bambini, con la forza devastante e ironica della reiterazione e della interiezione quasi spasmodiche, sono in realtà lapidarie come articoli di legge, che ci costringono a riflettere sulla grandezza funerea del linguaggio, duplice e plurimo, che si nasconde e si svela nel momento stesso del suo farsi e Binga ci fa vedere proprio la fase della nascita del “nome”, l’origine del mondo, che comincia a esistere nell’istante in cui è narrato.

(Francesca Farina)

giovedì 24 settembre 2009

RIECCOMI DOPO DUE MESI DI VACANZE....

DOPO UNA LUNGA VACANZA A PARIGI, NEL CUORE DEL CUORE DELLA MERAVIGLIOSA CITTA',IN REALTA' UN VIAGGIO DI STUDIO, DI LETTURE, DI INSEGUIMENTI DEI MIEI AUTORI PREFERITI, PROUST, CELINE, JOSEPH ROTH, COLETTE, MA ANCHE STENDHAL, E PERCHE' NO?, GIACOMO CASANOVA, CHE PASSO' DIVERSI ANNI IN DIVERSI TEMPI A PARIGI, APPUNTO; MA ANCHE ITALO CALVINO, ECC. ECC., INDIMENTICABILE, PERCHE' PARIGI NON PASSA MAI, TE LA PORTI SEMPRE CON TE...E' UNA "FESTA MOBILE", COME HA SCRITTO HEMINGWAY; E DOPO UNA SETTIMANA A VENEZIA, INVITATA ALLA MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA, DOVE, IN UNA MAGICA SERATA ALL'HOTEL EXCELSIOR, INSIEME AD ALTRI AMICI POETI E NON (TRA TUTTI, BIAGIO PROPATO, GRAN MAESTRO DI CERIMONIE E NON SOLO, BIANCA MENNA/TOMASO BINGA, EUGENIA SERAFINI, IL GRANDE NINO D'ANGELO, CITTO MASELLI, ECC. ECC), HO LETTO ALCUNE MIE POESIE, A SEGUITO DELLA PROIEZIONE DELLA MATTINATA IN SALA GRANDE, AL PALAZZO DEL CINEMA, AL LIDO,DEL FILM "POETI" DI TONY D'ANGELO, IL QUALE, COME HO DETTO ANCHE IN CONFERENZA STAMPA, HA REALIZZATO DA POETA UN FILM POETICO E NON SEMPLICEMENTE UN FILM SUI POETI ( E DELLA SERATA ABBIAMO AVUTO UNA TESTIMONIANZA SABATO 19 SETTEMBRE 2009 SU BLOG, RAI TRE, ore 20,00); RIECCOMI QUI, AD AGGIORNARVI SULLE SERATE POETICHE, MARATONE, PRESENTAZIONI LIBRI E QUANT'ALTRO. SABATO 26 SETTEMBRE E DOMENICA 27, IN PARTICOLARE, PROPRIO A RICORDARE LA STRAORDINARIA SERATA DI VENEZIA, TUTTI I POETI SONO INVITATI A UN READING PRESSO LA MITICA LOCANDA HERMANN, VIA DEI SABELLI, SAN LORENZO, ROMA, A CURA DI BIAGIO PROPATO. NON MANCATE!!! PER ADESIONI CONTATTATE DIRETTAMENTE BIAGIO PROPATO O SPEDITE UNA MAIL AL MIO INDIRIZZO: rosafrancefarina@fastwebnet.it

sabato 18 luglio 2009

"TRAGOEDIA" DI FRANCESCA FARINA NELLA CRITICA DI DOMENICO ALVINO

"Tragoedia", sonetti
di Francesca Farina (Editrice Zona 2008)

Sarà il caso o no di dire che il sonetto incipitario pone quella che per il De Sanctis era la situazione? Che qui sarebbe della poeta, o del suo essere, rimasto come sospeso, inadempiuto, essendo venuto meno il tocco demiurgico dell'amato che con un gesto, uno sguardo, appena un cenno di carezza, la riproduceva, anzi la produceva all'essere, a ripartire, o a partire ogni volta dal nulla, dalla sua bocca, che è sempre aperta sotto il nostro essere questo o quello. Sicché ora deve ricominciare, la vita deve riprendere a lavorarla, perché ridiventi, torni ad essere, o sia, quella che sempre è.
E con ciò s'è già detta un'operazione della poesia, e dunque sì valeva la pena di dirlo, ché mi pare si sia con ciò anche andati oltre l'immobilismo proprio della situazione, l'immobilismo poeticamente inerte nel quale la lasciava il critico irpino. Qui la situazione è divenuta strumento di poesia, ed inoltre anche mezzo, ambiente in cui diventano possibili altre operazioni di poesia.
Si veda, per esempio, subito nel sonetto primo (p. 15), l'ilicizzazione o materializzazione che la poesia è indotta a fare da un tecnema di accumulatio, vale a dire da un accumulo, nel di lui ventre, di cibi volgari, che procede, seguitandolo, da un altro accumulo che è invece di doni spirituali, come l'amore e l'amicizia, che vi si assimilano materializzandosi. Sicché tutto l'essere di lui è trasformato in ventre che si empie, gonfiandosi di materia avviata al degrado ultimo, senza che neppure appaia la possibilità redentiva che in casi simili è offerta dall'impiego nella fertilizzazione. È quanto gli consegue dall'avere abbandonato lei: con ciò essendo restata lei sospesa nel suo essere, ne viene che è sospeso lui da ogni benché minima utilità mondana.
Perché lei è la regina d'un regno, che è il regno della vita. Anche se ora è disfatta e piena di graffi come di rimpianti e nostalgie feroci, è la regina. Non una donna, una delle tante, come una volta si diceva, sedotte e abbandonate. È la regina tradita. Si ammanta infatti di orpelli, che la poesia trasforma in insegne regali. Si veda il sonetto quarto (p. 18), dove brevemente è tratteggiato il luogo dove sorge la sua casa: un balcone dà su un favoloso “cimitero degli elefanti”; poco oltre c'è la residenza di un ambasciatore, poi la casa di Ingrassia, che la schermatura delle finestre rendono misteriosa, e poi quella di Pasolini... è una reggia la sua casa, dice la poesia, dal momento che la regina vi trascorre le sue ore... Isolata in quelle stanze, vi trascorre il tempo chiuso dell'abbandono, offrendosi al martirio di trentine di giorni di spine di morti di dolori di ferite e di colpi, che nel sonetto seguente (p. 19) l'insistenza moltiplica per migliaia e milioni di migliaia. “Lontana e oscura”, “lacerata nella carne, nell'anima e nei sensi”, è come un Cristo avviato al Golgota che si trascina segnando la sua strada di stille di sangue, e seppellisce la sua regalità nell'abominio totale e inappellabile.
Eppure, è da lei che dilaga la vita, ed è lei che vi accudisce promuovendola fin con il canto di salmi, cospargendola di profumi, illuminandone i passi e riscaldandola nelle giornate spente, come dice nel sonetto ottavo (p. 22). Come può essere, come può essere che la si abbandoni, così, senza capire quale sprazzo di stella lei sarebbe stata, che sole, che dolce alba, che incendio di sospiri, che abbaglio di sereno? Si chiede questo nel sonetto nono (p. 23), come una sovrana datrice di vita dinanzi a un suddito che rifiuta la vita, che lei profonde con tanta abbondanza in grazia soltanto di uno sconfinato amore. Anche quando sembra che si umili dinanzi a lui, in realtà si riconosce in cose nelle quali rigermina la vita. Gli insegna, per esempio, come condursi con lei, così come s'insegna ai paggi un cerimoniale di corte. Ma l'insegnamento stesso, in sé e per sé, non è che un conferimento di esistenza tramite un nutrimento d'essere, simile, per intendersi, a una cura di calcio che fa lo scheletro, simile all'alimento dell'humus che fa il corpo delle piante. E che l'altro sia l'alumnus e il subditus, la poesia lo dice in quel dire di Francesca che lui le cede per scarsezza di forze (p. 24).
Anche quando prega, in realtà enuncia la sua potenza e maestà, come quando s'irrita per il fatto di non beccarlo mai « in piedi o prono » (p.34), o quando sogna di vederlo al mattino sorridente aspettare che lei si affacci, come i cortigiani attendono la regina (p. 35). Nel sonetto dodicesimo, in una serie di correlativi oggettivi la poesia proietta la sua condizione di donna devastata dall'oltraggio dell'abbandono. Ma da ognuno di quegli esseri nei quali s'immedesima (foresta, sangue, sole, luna, pioggia, vento, mani) è un'eccellenza naturale che concorre a costituire il dominio della vita. La poesia però scopre, specie nel suo « sangue che dilaga in ogni senso », quale sia la sua mira, e la indica nel porre sotto sotto in chiaro che è la di lui vita a protendersi dalla sua, e non l'inverso, come lui forse neanche crede e spera. L'ha sepolta semplicemente in una scura dimenticanza, senza sapere che così facendo ha sepolto sé in un vuoto esistenziale che sarà irreparabile fuori di lei, fuori della luce che emana dalla sua regalità (p. 27):
ma sappi che degli angeli è governo
il mio mattino, l'intera mia giornata,
e tu ne sei per sempre chiuso fuori.
dice nella chiusa. E difatti a poco a poco lei si chiude nel suo regale orgoglio (p. 36), e rimuove da ogni luogo la « traccia sozza » di lui, « l'orma di serpente », la sua velenosa bava di lumaca (p. 37). In questo mentre la poesia evidenzia una sorta di marcia delle armate regie verso l'esterno, all'inseguimento della bestia immonda fino a scacciarla definitivamente dai confini dell'impero; e il sonetto che conclude la sezione performa quel trionfo di regina guerriera verso il quale la poesia puntava la sua bussola. E lui è lì ridotto al poco e niente di una misera dipendenza, che lo incatena, lo fa brutto e lo atterra ai piedi di lei, la sovrana vittoriosa.
La sezione seguente, Familiares, che richiama gli epistolari familiari di una volta, in realtà si può dire che abbia come destinatario lei stessa. La poesia suggerisce infatti che i sonetti compongano davvero lettere che lei s'invia per raccontarsi, dei suoi, cose che non s'è mai raccontata, traendoseli a vista come degli eroi ignoti, eroi disconosciuti finora sin da lei. Ad incarnare un simile tipo di eroe è soprattutto il padre, che la poesia trae a vista come espressione delle rocce dei monti, di cui riporta la durezza aspra e l'inesausto battagliare che fanno gli alberi e i monti nella guerra che sostengono contro la violenza della natura. Prima che questa alla fine lo atterri, si cancella lui stesso in un amore selvaggio, e delicato insieme, prima alle sue bestie che fin da bambino sospinge ai pascoli con una cura guardinga e disperata, e poi ai suoi figli, che sgrida per raddrizzarli e indirizzarli fino a perdere la voce. Ma poi s'intimidisce innanzi alla figliola che studia al liceo con i figli dei signori, deve costringersi a domandarle un caffè, che lei gli rifiuta, procurando alla sua coscienza un rimorso acuto e tardivo, come ognuno ha tra noi verso padri e madri, e non lo confessa, e se lo trascina per la vita. E tuttavia questo padre dall'amore timido e furioso, alla di lei laurea fa una gran festa nel suo intimo, la poesia ci dice, festa che poi gli scolma fuori sotto forma di ubriacatura ridarella e canterina. E poi più. Svanito. Con le mani mozzate sparito sotterra. E questo sotterra è in lei, in Francesca, dice la poesia, come un uragano inesploso.
La madre viene su a vista da una memoria di carne, come una ferita mal rimarginata. È così che la lavora la poesia, dentro ed oltre le parole della poeta: come una madre del rifiuto, una madre disegnata di spalle ed oscurata entro un costume nero che la strappa via dalla figlia. Invano essa ne invoca il grembo e l'abbraccio. Lei glielo rifiuta. Tutto le rifiuta. Anche il cibo, che lei si abitua a non chiedere. È che la malasorte le ha consegnato una femmina in luogo del maschio che si aspettava. Ma, benché strano a dirsi, tutto questo la poesia – nonché le parole – volge in Francesca ad alimento di un amore filiale inesausto, anziché di tenace odio, un amore incolmato ed incolmabile, che trema all'idea della di sua dipartita, quando si scioglierà in gigli e viole tutto quell'amato corpo, e quel seno sempre invano agognato.
Di una zia Z. rievoca la figura e la vita l'ultimo lembo delle Familiares, suddiviso petrarchescamente in morte e in vita di lei. Ne viene una figura non meno enigmatica di quella materna, d'una durezza anch'essa prodotta dall'aspra natura isolana. Riottosa con se stessa più che col mondo – con il quale pure fu « crudele belva » (p. 71 v. 13) – la zia, tolto un affetto operoso nutrito per la giovane nipote, ha vissuto una vita chiusa in sé, come un'oscura isola posta nella distesa delle onde tempestose che le si agitano intorno. E riottosa muore in una solitudine per di più offuscata da mali definitivi e impietosi, che lei sopporta con una burbanza disfatta, più che quietamente rassegnata. Ed anche a lei Francesca apre un sepolcro nel suo cuore, la poesia dice, sì che a poco a poco questo cuore è allestito come un cimitero ove lei si dà d'attorno con sue cure alle piccole tombe, cure non prive di un affanno turbinoso, che le viene da rimpianti e scrupoli che là stesso cerca invano di seppellire.
Nell'ultima sezione, La tragedia dei giorni, è allestita una storia di lei come cultrice di poesia in attrito con le disavventure del giorno, le contrarietà e i dissapori. L'operatività poetica dà qualche buona prova in singole soluzioni tecnematiche dove compie felici operazioni. Come nel sonetto ottavo, in cui spicca il distico incipitario («Tornando a casa adesso scopro il cielo/ e le strade stellate dell'abisso») cui consegue una splendida Op di introiectio o internamento, per cui il cielo viene posto dentro, nel fondo della sua anima, con le conseguenze facilmente immaginabili; e più oltre (v. 10), la nominazione della città come «schiera di vermi e nervi nella notte», cui corrisponde una Op di corporeizzazione della notte stessa, come di deforme animale dalla vita verminosa e malfattrice. Altrettanto suggestivo è il sonetto dodicesimo, che è come un orecchio teso alle voci notturne, che poi hanno varia risonanza dentro di lei, per grazia di poesia. Ma sul piano macrotestuale soprattutto, l'operatività poetica soffre di alquanta stanchezza, e dunque non ne tocchiamo che poco, questo accenno solo di dire che all'ingorgo di creazione e intralci quotidiani la poesia intreccia la complessa problematica della senectus, che comincia a muovere il suo passo.
Resta ancora da dire che procedendo verso fine, più s'infoltiscono certe forzature, pur presenti per l'innanzi qua e là, stonature che sono il portato d'una ricerca metrica e rimica a poco a poco sempre meno redente ad un acquisto in fantasia e in compostezza ritmico musicale, come capita ai poeti grandi. Se sia o no compiuto il contrappeso che vi appone la poesia con la sua operatività, il critico non dice, lo lascia ai lettori da dire, perché abbiano un daffare anche loro, e non l'abbia lui solo.
Domenico Alvino

venerdì 17 luglio 2009

L’ Isola dei Poeti
a cura di Roberto Piperno e Francesca Farina presenta

PREMIO INSULA ROMAE

CERIMONIA DI PREMIAZIONE

Scaletta del 14 luglio 2009, ore 18,30 (con inizio circa ore 19,00)
Al tavolo Giorgio Ginori, Tomaso Binga, Mario Lunetta, Francesca Farina,
Francesco Muzzioli e Roberto Piperno
(Farina e Piperno si situano ai lati estremi del tavolo per avere agio di spostarsi,
secondo le esigenze)

Ore 19,00 circa. Parla Roberto Piperno, per ringraziare i partecipanti al premio e i convenuti. Quindi presenta e ringrazia Giorgio Ginori e gli cede la parola per ringraziamenti, ecc.

Riprende la parola Roberto Piperno per leggere i nomi dei finalisti e invitarli in ordine alfabetico a leggere una sola poesia ciascuno, tra le tre presentate al concorso.

Si avvicinano al microfono i poeti, in ordine alfabetico, e leggono (chiamati alternativamente da Roberto Piperno e da Francesca Farina)

Alla fine delle letture di tutti i poeti (compresi i vincitori) Giorgio Ginori proclama il terzo classificato e lo invita ad avvicinarsi al microfono, mentre la giurata
Francesca Farina legge le motivazioni della Giuria.
Subito dopo, il terzo classificato legge la poesia prescelta.

Riprende la parola Giorgio Ginori per proclamare il secondo classificato, che si avvicina al microfono, mentre il giurato Francesco Muzzioli legge le motivazioni della Giuria.
Subito dopo, il terzo classificato legge la poesia prescelta.

Riprende la parola Giorgio Ginori per proclamare il primo classificato, che si avvicina al microfono mentre Mario Lunetta legge le motivazioni della Giuria.
Il primo classificato legge la poesia prescelta.

Alla fine Robetto Piperno e Francesca Farina ringraziano e salutano, lasciando poi che Giorgio Ginori riprenda la parola a sua volta per ringraziamenti e saluti, invitando poeti e pubblico alla Seconda Edizione del Premio, che si svolgera’ sempre all’Isola Tiberina nell’estate del 2010.


Conclusione della cerimonia.


L’ Isola dei Poeti
a cura di Roberto Piperno e Francesca Farina presenta

Premio Insula Romae Ia edizione anno 2009
Secondo classificato il poeta Paolo Guzzi.
Motivazione della Giuria, formata da Tomaso Binga, Mario Lunetta,
Francesco Muzzioli, Roberto Piperno e Francesca Farina.

L’acqua veloce, di cui parla fin dal titolo il testo di Paolo Guzzi, non ha niente di euforicamente futurista (del tipo Spagna veloce); è invece un’immagine inquietante, l’immagine di una minaccia che richiede viva attenzione e acuta sorveglianza.
L’acqua veloce è quella della piena del Tevere che unisce le sponde del passato classico, rievocato attraverso l’Ode di Orazio, e del presente, il presente della cronaca dell’ingrossarsi del fiume nel dicembre dello scorso anno. Come nel passato il pensiero mitico vedeva nel dilagare del Tevere, oltre alla furia vendicativa della sua consorte (Ilia o Rea Silvia che fosse) ingiustamente punita dai romani, assumeva l’ulteriore significato di una allegorica premonizione delle sciagure politiche, allo stesso modo, nell’attualità, le acque vorticanti attorno ai pilastri dei ponti non promettono nulla di buono e non serve a nulla che un sindaco dal cognome di barbaro si premuri di dichiarare la situazione “sotto controllo”, mentre l’oscurità e l’impasto limaccioso dell’alluvione sembra – dice Guzzi – «portarlo via», al pari di un inane esorcismo. Nel testo, il fiume si vendica dell’uomo e della sua illusione antropocentrica, addobbando con ironia i tronchi travolti a farne grottesche parodie delle festività natalizie.
L’Isola resiste, è vero, al montare dell’acqua veloce. Essa appare però, nei versi di Guzzi – più “isolata” che mai. La piena, infatti, divide precisamente, i «lungodegenti» ricoverati sull’isola come su una nave di salvataggio e i «nullafacenti» che si aggirano curiosando l’evento straordinario, senza separarsi dall’alienazione quotidiana della «birretta». Sono le due alternative, false alternative certo, della condizione umana di oggi, entrambe emarginate, entrambe a loro modo patologiche. L’emergenza del fiume le mette una di fronte all’altra, due rive gemelle. In mezzo, tra passato e presente, tra l’isola-ospedale e gli argini-spettacolo, Guzzi pone una immagine di mediazione assai stridente, quella degli zombi. Vivi e morti allo stesso tempo, e quindi in un certo senso più saggi di noi, gli zombi non sono tuttavia portatori di una vera mediaizone ben riuscita. Sono piuttosto i rivelatori della nostra immagine, sono la figura dello stato incerto, incompleto e contraddittorio in cui viviamo. Essi compaiono all’inizio e alla fine del testo, con inquietante circolarità. Per giunta, nelle rime-assonanze del finale “sponda”, “ombra” e “onda” si mescolano in un turbinante scambio simbolico dove l’onda mette a rischio la sponda, ma tutt’e due sono rivolte all’ombra della nostra condizione di cittadini a metà, in buona parte passivi, se non eterodiretti.
Con un sapiente gioco di immagini e di alternanze di piani, la scrittura poetica di Guzzi approfitta dell’occasione tematica per offrire alla nostra riflessione un testo nello stesso tempo seriamente discorsivo e felicemente inventivo.
(Per la Giuria: Francesco Muzzioli)

L’ Isola dei Poeti
Premio di poesia

“INSULA ROMÆ”
PRIMA EDIZIONE
MARTEDÌ 14 LUGLIO 2009
Roma, Isola Tiberina, Nave di Esculapio
Ore 18:30 – 21:00

PREMIAZIONI DEI POETI
ALLA PRESENZA DI GIORGIO GINORI
“ISOLA DEL CINEMA”
CON LA GIURIA
TOMASO BINGA, FRANCESCA FARINA, MARIO LUNETTA,
FRANCESCO MUZZIOLI, ROBERTO PIPERNO
Primo premio alla poeta Carla Guidi.
Motivazioni della Giuria.


“Ad Incubatio di Carla Guidi è andato il primo premio “Insula Romae” in forza della sua concentrazione concettuale brillantemente risolta in energia ritmico-metaforica. Nessuna concessione, in questo testo, a suggestioni di facile lirismo o ad appoggi di carattere archeo-storico in chiave leggendaria. Nessun ricorso a banali risorse di folclore romanesco da cartolina; invece, uno sguardo portato alla giusta distanza problematica su un oggi carico di passato”.
(per la Giuria: Mario Lunetta)
L’ Isola dei Poeti
Premio di poesia

“INSULA ROMÆ”
PRIMA EDIZIONE
MARTEDÌ 14 LUGLIO 2009
Roma, Isola Tiberina, Nave di Esculapio
Ore 18:30 – 21:00

SILVANA BARONI, TERZO PREMIO INSULA ROMAE 2009

MOTIVAZIONI DELLA GIURIA COMPOSTA DA TOMASO BINGA, FRANCESCA FARINA, MARIO LUNETTA, FRANCESCO MUZZIOLI E ROBERTO PIPERNO.

“LA POESIA NASCE DA UN CUMULO DI STORIA”: L’ ASSIOMA RISUONA TANTO PIÙ EVIDENTE DI FRONTE ALLE POESIE DI SILVANA BARONI, CHE SEMBRA CONOSCERE I RETAGGI DEL TEMPO QUANTO UN PROFETA O UNA MAGICA INDOVINA, I QUALI, SCRUTANDO LE PIETRE COME PAGINE DI UN LIBRO ETERNO, TRAGGONO AUSPICI DAI SECOLI E DECLAMANO IL SENSO CON VOCE SERENA, PACATA, MA NON MENO SICURA, ANZI TERRIBILE NELLA SUA ESATTEZZA DRAMMATICA. L’INESORABILE ACCADE NELLE SUE STROFE, E LA POETA LO REGISTRA SENZA MEDIAZIONE, QUASI AVVENISSE SOTTO IL PROPRIO SGUARDO: I CASCAMI DI ALTRI AVVENIMENTI, I LACERTI DI ALTRE SITUAZIONI, IL VIETO BELLO CONSOLATORIO E TARDO-ROMANTICO SOCCOMBONO DI FRONTE ALLA FRASE EPIGRAMMATICA, SENTENZIOSA, MAI BANALE, AL CONTRARIO RICERCATA, NELLO STUDIO SAPIENTE DELLA VERITÀ, CHE RICOMPONE I DISSIDI TRA IL REALE E IL MITICO. LA FORMA IN CUI SI ESPLICITA, POI, IL DISCORSO POETICO CONSISTE IN UN LINGUAGGIO MISTO DI LESSICO ALTO E BASSO, DI SEVERITÀ E IRONIA, DI MALINCONIA E SARCASMO, UNA STRUTTURA AMPIA, DESTINATA A NARRARE, CHE SOSTIENE UN DISCORSO NOBILE E DOLENTE, NELLA LUCIDA CONSTATAZIONE DELL’INEVITABILITÀ DEL MALE. UNA LUNGA SAPIENZA COGNITIVA FA DELL’INDAGINE POETICA, SIA DELL’ANIMO UMANO, LA CUI SOLITUDINE INESPLICABILE ED IMMEDICABILE NON HA ALCUN SENSO, SIA DEL PERCORSO STORICO-MITICO DEL TEVERE, RICCO DI EVENTI, MA ALTRETTANTO IMPENETRABILE, BENCHÉ LA POETA LO OSSERVI COME AL MICROSCOPIO DELLA SUA POTENZA INDAGATRICE, L’ESATTA MISURA DELLA STORIA. LA QUALE NON APPAGA E NON CONSOLA, MA STA, FERMA NELLA SUA ASSOLUTA REALTA’, REFRATTARIA AD OGNI RAGIONE, PAGA DI ESISTERE. COME IL POETA, OCCHIO DEI SECOLI.
(per la Giuria: Francesca Farina)

rosafrancefarina@fastwebnet.it
robpiperno@yahoo.it











PREMIO INSULA ROMAE 2009

FINALISTI





Finalisti in ordine alfabetico

Antonio Amendola
Arceri Paolo, 49
Ariemma Henry, 2
Barbetti Mauro, 39 (fuori Roma)
Baroni Silvana, 53
Carli Paolina, 56
Comes Annalisa, 15
ConTiliano Antonino,38 (fuori Roma)
Cozzolino, Pastrizia, 62 (fuori Roma)
Di Trani Gabriella, 25
Ferlini Vanes , 46 (fuori Roma)
Ferramosca Annamaria, 21
Guidi Carla, 10
Guzzi Paolo, 12
La Carruba Iolanda, 9.
Mammuccari Giuliana, 60
Olivi Terry,47
Perilli PlInio,55
Pisani Mimma, 52
Pollicelli Giuseppe,41
Sabatini Scalmati Lucia, 20
Salvati Angela, 37 (fuori Roma)
Tolve Marisa,5















Premio INSULA ROMAE Ia edizione 2009

TIBER POEM DI ANTONIO AMENDOLA PER IL PREMIO INSULA ROMAE 2009


ER…….SE SGANASCIA SE ‘NGRASSA
DE LE RISATE LE RIEMPIE TEMPO
SE SFONNA ER…….ASSOTTIGLIA
SONORENTE LI DETRITI RETRIVI
ER……BIONNO MAGNA E FANGA
ANNACQUANDO SCIABORDIO PORTA
CON SE’ FERRAGLIA,RAMAGLIA,RUMORI
E LUI ER………………..PACIFICO…….
SE SBRAITA E T’ARIMBARZA FINO
AD OSTIA TABERNAE E INSULAE GIU’
ZAGAJJA ER TEVERE NUN SE LAGNA
NUN SE SFRAGNA MAI L’ACQUA DER CIELO





TRATTENUTI E ATTRAENTI RAMI INFRACIDITI
IN CONCOMITANTE BARCAROLA O BAGNAROLA
BESAME MUCHO FIUME ‘NGRIFATO E CASTO
E VATTELA A PIJJA’ DOVE L’OCCHI SCRUTENO
RIMASUGLI DI COMETE.CHIOME E GUAZZI
LASCIANDOSI LE SPALLE
GUARDAN-DO-LI FIUME LA’
SET MUNDI DE TIBER LA’
FIUME DER CINEMA MA
PEPLA-PEPLUM-PEPLI ET
SPAGHETTI ERTI OVEST
RIVOLTA GLI ARGINI
POVERI MA BELLI MA
SCENOGRAFIE-SCENE
LENTE E MAESTOSE
CABIRIA E CAPOSOTTO
LA COMARE SECCA DE
BERTOLUCCI DE BERTA’
INSULA DE L’AVVENTURA
ANTONIONI DIXIT ANSA
NAVIGABILE SOGNA ET
SONANTE O SONORENTE


(Questo è un assaggio (un saggio) delle capacità dei poeti concorrenti: in attesa di postare i testi dei vincitori...)

lunedì 13 luglio 2009

MARTEDI' 14 LUGLIO 2009, ISOLA TIBERINA, PREMIOINSULA ROMAE

MARTEDI' 14 LUGLIO 2009, ORE 18,30, ALL'ISOLA TIBERINA, NAVE DI ESCULAPIO(PONTE ROTTO),ROMA, CERIMONIA DI PREMIAZIONE DEI POETI VINCITORI DEL PREMIO INSULA ROMAE, PRIMA EDIZIONE 2009, ALLA PRESENZA DI GIORGIO GINORI, IDEATORE DELL'ISOLA DEL CINEMA, E DEI MEMBRI DELLA GIURIA, TOMASO BINGA, FRANCESCA FARINA, MARIO LUNETTA, FRANCESCO MUZZIOLI E ROBERTO PIPERNO. I VENTI FINALISTI LEGGERANNO LE LORO POESIE E TRA QUESTI SARANNO PROCLAMATI I TRE VINCITORI. LA SERATA SI PREVEDE INTERESSANTE E AFFOLLATA DI PUBBLICO, COME QUELLA DI VENERDì 10 LUGLIO SCORSO, ULTIMA SERATA DELLA MANIFESTAZIONE "L'ISOLA DEI POETI". SI CONSIGLIA PERTANTO DI ARRIVARE CON NETTO ANTICIPO.

martedì 7 luglio 2009

L'ISOLA DEI POETI ALL'ISOLA TIBERINA PER L'ISOLA DEL CINEMA

ULTIMA SERATA - READING DI POETI ALL'ISOLA TIBERINA. VENERDI' 10 LUGLIO 2009, ORE 19,00, PRSSO LA NAVE DI ESCULAPIO (PUNTA SUD DELL'ISOLA TIBERINA, VERSO PONTE ROTTO)SI TERRA' IL READING DI PATRIZIA LANZALACO, PATRIZIA CIMINI E LAURA VENTURINI, POETI DEL FESTIVAL MEDITERRANEA 2009, A CURA DI FILIPPO BETTINI, QUINDI DEI POETI MIMMA PISANI,NORBERTO SILVA ITZA, LAURA FUSETTI E FRANCESCO LIOCE. COORDINANO LA SERATA FRANCESCA FARINA E ROBERTO PIPERNO, CHE PRESENTERANNO I POETI DAL PUNTO DI VISTA BIO-BIBLIOGRAFICO. INGRESSO GRATUITO (SPAZIO ALL'APERTO ANTISTANTE LA SALA GRANDE DELL'ISOLA DEL CINEMA, IDEATA E ORGANIZZATA DA GIORGIO GINORI).
MARTEDI' 14 LUGLIO 2009, INFINE, SEMPRE ALLE ORE 19,00, SI TERRA' LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE DEI POETI FINALISTI DEL PREMIO "INSULA ROMAE", QUEST'ANNO ALLA PRIMA EDIZIONE, ALLA QUALE HANNO PARTECIPATO CIRCA SESSANTA POETI DA TUTTA ITALIA. SARANNO CHIAMATI A LEGGERE TUTTI I FINALISTI E QUINDI SI PROCEDERA' ALLA NOMINA DEI VINCITORI, PRESENTI I GIURATI TOMASO BINGA (BIANCA MENNA), MARIO LUNETTA, FRANCESCO MUZZION, ROBERTO PIPERNO E FRANCESCA FARINA. LA CERIMONIA E' APERTA AL PUBBLICO.

mercoledì 1 luglio 2009

EVENTO STRAORDINARIO!!!

IL 9 LUGLIO 2009, ALLE ORE 17,30, NELLA SALA DELLA PROTOMOTECA IN CAMPIDOGLIO,A ROMA, I TENORES DI BITTI (NUORO), GRUPPO FOLK NOTO UNIVERSALMENTE PER AVER PUBBLICATO CON L'ETICHETTA "REAL WORLD" DI PETER GABRIEL E CON ORNETTE COLEMAN E TANTI ALTRI GRANDI AUTORI, RICEVERANNO IL "PREMIO SALVATORE MANNIRONI" PER LA LORO OPERA E LA LORO CARRIERA ARTISTICA. PRESIEDERA' L'ONOREVOLE GEMMA AZUNI CON IVAN MELONI E ALTRE EMINENTI PERSONALITA' POLITICHE E CULTURALI. MOLTI CONTERRANEI DEI TENORES PARTECIPERANNO ALLA CERIMONIA INDOSSANDO I SONTUOSI COSTUMI TRADIZIONALI SARDI, CHE RISALGONO A TEMPI INDEFINITI. SARA' BELLISSIMO VEDERLI SFILARE COME IN UNA MAGICA E MISTERICA PROCESSIONE...OCCASIONE QUASI UNICA A ROMA! NON MANCATE!!!

martedì 23 giugno 2009

DI VITO E PER VITO RIVIELLO (TRE POESIE)

“Aspettando tuo padre
in un campo
o in ufficio,
cade la neve alle spalle
come in un teatro
di duecento posti.
E un uomo ti disegna un cane
e se piangi un cavallo
e una mucca.
E quando arriva muore,
E il pittore era già morto
con i baffi di neve.”

(Vito Riviello)

Ti aspetto
perché non so bene dove
andare.
E il sole che mi sta davanti
mi suggerisce
l’idea di una chiesa
e di una banca
nella stessa città, e
io e te che ci serviamo di entrambe.
Non so se è una donna
o è la torta al limone
che ci fa sorridere.
E quando poi arrivi,
io sorrido dalla poltrona, e sembra
che esista solo questo ritorno.

(Lidia Riviello)


Quando un poeta muore
Piangono perfino gli angeli
Avvisati da un cielo di tempesta
E la neve è nera alla caduta
E si spiumano le ali delle allodole
Si dispera ogni cuore innamorato
Si spegne il sole
E soltanto le candele
Osano risplendere nell’ombra.
Ora fugge ogni chiarore
Le farfalle si nascondono
Chiudono le palpebre i fanciulli
Per lui che portava un fiore nel nome
E il candore nell’anima
E in fondo agli occhi l’infanzia.

(Francesca Farina)

domenica 21 giugno 2009

LA SCOMPARSA DEL POETA VITO RIVIELLO

QUALI PAROLE TROVARE QUANDO MUORE UN POETA? IO NON CI RIESCO...QUANDO POI QUESTO POETA ERA ANCHE UN GRANDE UOMO, BUONO, GENEROSO, SIMPATICISSIMO, SEMPRE PRONTO A DARE UNA CHANCE A CHIUNQUE BUSSASSE ALLA SUA PORTA, ALLORA DAVVERO MI E' DIFFICILE PARLARE...QUANTI DI NOI SONO STATI AIUTATI DA VITO, CHE CI HA MESSO IN CONTATTO CON GLI EDITORI? QUANTE VOLTE HA PRESENTATO I LIBRI DI AMICI POETI? QUANTE VOLTE HA OFFERTO LA PROPRIA AMICIZIA, SOPRATTUTTO AI GIOVANI, CHE VEDEVA DISPERSI NEL MARASMA, NELLA SPAZZATURA ATTUALE? ADESSO, CHE FARE? E' MANCATO PER SEMPRE, NON CI SARA' MAI PIU', NON LO TROVEREMO PIU' SEDUTO AI TAVOLI DELLA LOCANDA HERMANN, NON CI DIRA' PIU' LE SUE PAROLE FULMINANTI, PIENE DI SAGGEZZA, SENSO ATAVICO, IRONIA DOLCISSIMA, MAI SARCASMO, MAI CATTIVERIA! UN COMICO GIOCOSO, SENZA CATTIVERIA, CASO UNICO NEL PANORAMA MONDIALE! RESTANO PER FORTUNA I SUOI VERSI, DELIZIOSI A UNA PRIMA LETTURA, PROFONDI E ANCHE DOLOROSI A UNA LETTURA MEDITATA..."PIU' A SUD DEL SUD, C'E' IL SUD...POI C'è IL SUDDISSIMO...POI C'E' IL SUDAFRICA!". SI RIDE, POI SI RILEGGE E SI PENSA...E SI SENTE DOLORE...COME DI FRONTE ALLA SUA INELUTTABILE SCOMPARSA, GIOVEDI' 18 GIUGNO 2009...CIAO VITO, GRAZIE PER QUESTI ULTIMI SEI MESI DI CONVERSAZIONI, PER ME PREZIOSISSIME...

martedì 16 giugno 2009

IX LEOPARDI'S DAY ALL'ISOLA TIBERINA

LUNEDì 29 GIUGNO 2009 RICORRE L'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI GIACOMO LEOPARDI (29 GIUGNO 1798-14 GIUGNO 1837) E I POETI LO FESTEGGIANO (VOLENDO, ANCHE IRONICAMENTE, CON TESTI CHE SCARDINANO IL VIETO BELLO,IL TRADIZIONALE, STUCCHEVOLE GENUFLETTERSI REALE E/O MENTALE E/O MONUMENTALE DAVANTI A COTANTO SENNO!!!) CON UNA MARATONA DI POESIA CHE PREVEDE LA LETTURA DEI TESTI DI CIRCA TRENTA POETI, PRESSO LA NAVE DI ESCULAPIO, ALL'ISOLA TIBERINA, LUNEDì 29 GIUGNO, ALLE ORE 19,00...MAESTRI DI CERIMONIE FRANCESCA FARINA E ROBERTO PIPERNO, OSPITATI DAL MITICO GIORGIO GINORI, GRAN COMMIS DELL'ISOLA DEL CINEMA, CHE CELEBRA QUEST'ANNO IL 19 ANNIVERSARIO DELLA MANIFESTAZIONE, INELUDIBILE NEI BAGORDI CULTURAL-MANGERECCI DELL'ESTATE ROMANA...
LEGGERANNO I LORO TESTI DOMENICO ALVINO, PAOLO ARCERI,LUCA BAIADA, SILVANA BARONI, TOMASO BINGA,LAURA CANCIANI,LEA CANDUCCI, MARIA CLELIA CARDONA,ALIDA CASTAGNA, EMANUELA CELI, LUIGI CELI, TIZIANA COLUSSO, ANGELA CUOMO, CHIARA D'APOTE, GABRIELLA DI TRANI, FRANCO FALASCA,FRANCESCA FARINA, LIDIA GARGIULO, CARLA GUIDI, DONATELLA MEI, FARAON METEOSES, IVAN PADUANO, GIULIA PERRONI, ROBERTO PIPERNO,MIMMA PISANI, DOMENICO SACCO, EUGENIA SERAFINI,LUIGIA SORRENTINO, GIUSEPPE SPINILLO, MARISA TOLVE, ECC. ECC. PRENOTATEVI PE RESSERE INSERITI NELL'ELENCO!!!

mercoledì 10 giugno 2009

SERATE SPECIALI POETICO-STUPENDE ALL'ISOLA TIBERINA!!!

L’Isola Tiberina ospiterà anche quest’anno “L’Isola dei Poeti”, a cura di Roberto Piperno e Francesca Farina: cinque appuntamenti speciali dedicati alla poesia che avranno luogo nel cuore di Roma, davanti alla nave di Esculapio, dalle 19:00 alle 21:00.
Queste sono le date e i poeti da non dimenticare:
• Venerdì 19 giugno:
Regina Franceschini* , Gabriella Sica*, Lamberto Pignotti, Agostino Raff, Cristina Ali Farah, Enrico Meloni, Pier Matteo Tommasino.
• Venerdì 26 giugno
Massimo Giannotta*, Fiorenza Mormile*, Maria Clelia Cardona, Luigi Celi, Antonella De Paolis, Ghezim Haydari, Amoà Fatuiva.
• Lunedì 29 giugno
IX Leopardi’s Day - Maratona di poesia: nell’anniversario della nascita di Giacomo Leopardi i poeti della maratona leggeranno i loro testi in omaggio a Leopardi.
• Venerdì 3 Luglio
Irma Palazzo*, Antonio Amendola*, Maria Grazia Calandrone, Silvia Bove, Plinio Perilli, Emanuela Celi, Stefano D’Albano.
• Venerdì 10 Luglio
Patrizia Lanzalaco* Laura Venturini*, Patrizia Cimini*, Mimma Pisani, Norberto Silva Itza, Laura Fusetti, Francesco Lioce.

Inoltre il 14 luglio, davanti alla Nave di Esculapio, dalle ore 19:00, verranno proclamati i vincitori del premio di poesia “Insula Romae”, con tema “l’Isola Tiberina e il Tevere”. La giuria del premio sarà composta da Tomaso Binga, Francesca Farina, Mario Lunetta, Francesco Muzzoli e Roberto Piperno.


* Poeti del Festival Mediterranea 2009, a cura di Filippo Bettini. “ Il futurismo e le diverse generazioni e linee della poesia attuale“; a “favore” e “contro”: dichiarazioni e letture poetiche.

SERATA ARTISTO-MUSICAL-POETICA AL LAVATOIO CONTUMACIALE!!

LAVATOIO CONTUMACIALE
Associazione culturale diretta da Tomaso Binga Anno 35°

Lunedì 22 giugno 2009
ore 18,00


Lina Morici Mario La Carruba

“Per fermare il Tempo”
Opere in mostra di:
Lina Morici e Mario La Carruba

a SEGUIRE:
“Valore Vaginale”
di Tomaso Binga
prefazione di Gillo Dorfles
Edizioni Tracce Pescara, 2009
relatori: Paolo Guzzi, Mario Lunetta

“Leggere/zZza”
Maratona di Poesia a cura di Francesca Farina
(nella serata i poeti potranno presentare anche il loro ultimo libro edito e leggerne un brano all’insegna della brevità)
con: Antonio Amendola, Silvana Baroni, Silvia Bove, Maria Teresa Ciammaruconi, Tiziana Colusso, Vilma Costantini, Sara Davidovics, Gabriella Di Trani, Franco Falasca, Lidia Gargiulo, Massimo Giannotta, Carla Guidi, Iolanda La Carrubba, Mario Lunetta, Anna Maria Mazzoni, Donatella Mei, Giuseppe Neri, Marco Palladini, Giulia Perroni, Enrico Pietrangeli, Roberto Piperno, Mimma Pisani, Rossella Pompeo, Domenico Sacco, Eugenia Serafini, Giuseppe Spirillo, Elvi Ratti, Carla Vasio ecc..

Intermezzi musicali di: Amedeo Morrone Ripresa di: Vincenza Salvatore

“AconclusionE”
baci e abbracci sonori con dolci, salati e bibite frizzanti

Piazza Perin del Vaga, 4, 00196 Roma
(L.Tevere Flaminio) Tel. 06 3630 1333
e.mail: tomasobinga@libero.it; www.lavatoiocontumaciale.it

sabato 6 giugno 2009

LUNEDI' 8 GIUGNO "TRAGOEDIA" ALL'ALEPH!!!

LUNEDI' 8 GIUGNO 2009, ORE 18,00, PRESSO LO SPAZIO ALEPH, VICOLO DEL BOLOGNA 72, ROMA TRASTEVERE, LUIGI CELI, POETA, FILOSOFO, CRITICO LETTERARIO E ORGANIZZATORE DI EVENTI CULTURALI, E CLAUDIA PAGAN, CRITICO LETTERARIO, PRESENTANO IL VOLUME DI POESIE "TRAGOEDIA", EDITRICE ZONA, WWW.EDITRICEZONA.IT, DI FRANCESCA FARINA. LETTURE DI GIULIA PERRONI, POETA, ATTRICE E ORGANIZZATRICE CULTURALE. SEGUIRA' UNA MARATONA DI POESIA DAL TITOLO "LA TRAGEDIA DELL'ESISTERE", CON CIRCA TRENTA POETI CHE LEGGERANNO I LORO TESTI SUL TEMA. A CONCLUSIONE BUFFET POETICO.
SERVIZIO VIDEO-FOTOGRAFICO DI VINCENZA SALVATORE.

giovedì 14 maggio 2009

"SOLO UN POEMA ROTOLANTE" DI BIAGIO PROPATO

“Solo un poema rotolante”, Edizioni Nuova Cultura, di Biagio Propato.

Il poema di Biagio Propato(un vero poema, con una costruzione estremamente articolata, molto ricca e diversificata nell’uso delle strutture poetiche, alternanti quartine, terzine, canzoni libere, rime e verso libero, versi brevissimi e versi lunghi, quasi racconti in prosa poetica, sui temi più diversi, ma tutti ruotanti, o “rotolanti” appunto, su un tema fisso, la vitalità di un’intera generazione, quei giovani che hanno vissuto il ’77, fratelli maggiori di quelli che avevano appena finito di vivere il mitico ’68, che ormai da tempo si tenta di cancellare nei suoi valori più profondi, che senza dubbio ci furono, come il desiderio di giustizia e di eguaglianza sociale, di miglioramento delle condizioni di vita, dopo secoli di oppressione della classe proletaria, senza dire di altro), caso quasi unico nel panorama poetico italiano, dato appunto il tema, rappresenta il corrispettivo assoluto, il contraltare dei poemi dei grandi autori americani che cantarono gli Anni Sessanta, la ribellione, l’amore, la libertà, la sessualità, la vitalità, il bisogno di esperienze anche estreme, di giovani poeti che vissero quegli anni tremendi ed esaltanti al tempo stesso, dibattuti tra l’ultima prevaricazione dei padri padroni e la guerra del Viet-Nam, tra la politica reazionaria e la volontà di vera democrazia universale, tra la repressione sessuale e la liberazione dei comportamenti. Biagio ha assimilato benissimo il grido, l’URLO dei fratelli maggiori e lo ha fatto proprio, andando in cerca di “un altro Egitto”, cioè di vita e di senso, con un gruppo affiatato di amici, verso la Londra o la Spagna di quegli anni che sembravano eterni e meravigliosi, e di fatto lo erano, dal momento che sono stati tanto bene introiettati nell’intimo da esondare poi come lava incandescente sulle pagine, al punto da farne un’opera poetica, forte e fragile, dolce e amara, nostalgica e dura al tempo stesso. Ogni pagina, si può dire, porta il segno decisivo di un’esperienza, e si snoda anno per anno, da 1976 al 1998, per più di vent’anni di esistenza privata diventata pubblica, che sembra appartenere a noi tutti, perché noi tutti ci rispecchiamo nei versi accesi di entusiasmo o offuscati di malinconia, di tremore e ansia, di gioia esplodente e di delusioni marcate, ricordando quegli anni terribili e bellissimi, grazie a un testimone discreto e mite come un agnello, che crede fino in fondo alla sua avventura di uomo tra gli uomini: Biagio Propato.

mercoledì 13 maggio 2009

PAOLO RUFFILLI CON LE "STANZE DEL CIELO" ALL'ALEPH...

IL GRANDE POETA E CRITICO LETTERARIO PAOLO RUFFILLI SARA' VENERDI' 15 MAGGIO 2009, ALLE ORE 17,30, NELLO SPAZIO CULTURALE "ALEPH" DI LUIGI CELI E GIULIA PERRONI, VICOLO DEL BOLOGNA, 72, ROMA TRASTEVERE, A PRESENTARE IL SUO NUOVO LIBRO DI POESIE "LE STANZE DEL CIELO", EDITO DA MARSILIO, CON L'INTERVENTO CRITICO DI NOEMI GIACHERY E LUCA BENASSI. SUL VOLUME DI PAOLO RUFFILLI POTETE LEGGERE NELLE PAGINE PRECEDENTI DI QUESTO BLOG LA MIA RECENSIONE. NON MANCATE AD UN EVENTO TANTO IMPORTANTE E SIGNIFICATIVO DEL PERCORSO CULTURALE DI UN POETA CONTEMPORANEO, TRA I PIU' VALIDI E NOTI DEL NOSTRO TEMPO.

sabato 4 aprile 2009

PREMIO DI POESIA "INSULA ROMAE" 2008/2009

PREMIO NAZIONALE DI POESIA ”INSULA ROMAE” - PRIMA EDIZIONE 2008/2009
E’ indetto il Premio di Poesia “Insula Romae”, dedicato all’isola Tiberina e al Tevere.
I poeti potranno concorrere inviando non più di tre poesie, al massimo di trenta versi ciascuna, che avranno come tema l’Isola Tiberina, con le sue antichissime e recenti vestigia, e il Tevere che la circonda, fiume che mescola in sé mito e storia.
La Giuria è composta da Tomaso Binga (Bianca Menna), Francesca Farina, Mario Lunetta, Francesco Muzzioli, Roberto Piperno.
Sono previsti tre premi. Primo: euro 500. Secondo: euro 300. Terzo: euro 200.
La premiazione avverrà sull’Isola Tiberina, nell'ambito della manifestazione "L’Isola del Cinema", diretta da GIORGIO GINORI da 18 anni, luglio del 2009.
Dovranno essere inviate sei copie di ogni poesia e soltanto su una copia devono essere riportati il nome e cognome dell’autore, la firma,l’indirizzo, il telefono e l’email.
I testi debbono essere spediti entro il 30 Aprile 2009 e indirizzati a:
“L’Isola del Cinema “, Via Carlo Armellini 16, 00153 Roma.
I testi pervenuti non verranno restituiti.
Per informazioni :
www.isoladelcinema.com.
robpiperno@yahoo.it
rosafrancefarina@fastwebnet.it

"LA FORMA DELL'ITALIA", il nuovo libro di MARIO LUNETTA

Alcune riflessioni in merito al nuovo libro di Mario Lunetta “La forma dell’Italia” (Poema da compiere), Manni Editore, presentato alla BIBLIOTECA VALLICELLIANA di Roma, Piazza della Chiesa Nuova, 18, Salone Borromini, giovedì 26 marzo 2009 con l'intervento critico di Francesco Muzzioli. Letture a due voci di Clara Ferri e Mario Lunetta.

Ho notato intanto una straordinaria (fuori dall’ordinario) commistione linguistica e strutturale, che non è puro gioco, né scelta intellettualistica, né studio fatto a tavolino, ma è propria del linguaggio parlato dell’autore, del suo stile, derivanti dalla sua raffinatissima, profonda cultura, da letture cosmopolite, e di ogni tempo, della storia letteraria. Poi, un’ironia amara, che mescola il rimpianto di un mondo civilissimo – in verità mai realizzato – alla lucida disperazione,scaturita dalla consapevolezza che questo mondo vagheggiato non sarà mai. Un sarcasmo che scivola nella commedia, se non nella tragedia sempre sottintesa: insomma, l’autore ride o sorride o sogghigna tra le parole allitterate e reiterate, che scatenano l’ilarità amara del lettore. Una delusione asperrima anima i versi, ma anche sentiamo il giudizio superiore, distaccato, di chi guarda, come dal satellite, questa Italia deformatesi non certo per cause geo-fisiche, ma endemiche, endogene, derivanti da un fascismo sempre più evidente, per quanto mai negato, ma neppure mai nominato. Un excursus audacissimo della storia della nostra sciagurata Penisola… Ora, tra i versi, andiamo da un Federico all’altro, dal grande Barbarossa, all’eclettico, letterato e guerresco Federico II: e come si rassomiglia il ritratto del primo allo stesso poeta. Il sorriso, la barba, la bella faccia dai tratti nobili, imperiosi sono gli stessi del grande, selvaggio imperatore germanico. Da un Federico all’altro e oltre si sottintende quanto sia franata fino ad oggi la Storia, quanta devastazione ha subito e subisce la forma dell’Italia. La voce del poeta si leva con disperata speranza, “con un gelo nel fuoco” dei suoi focosi sonni e sogni. E noi non possiamo fare altro che stare ad ascoltare la sua pacata, quasi afona voce, che è la voce di tanti come lui devastati dallo sfacelo del mondo.
Francesca Farina.

giovedì 2 aprile 2009

Un deliziosa poesia di LEOPOLDO ATTOLICO.

Sardinia forever -


Diamoci appuntamento sulle labbra
Bastianedda dagli immani cataclismi salivari
folgore delle mie gengive e della mia dentiera
made in Orgosolo sì ( tu, non la dentiera )
ma così bianca e eterea
da dare punti e orgasmi di sconforto
a schiere di mannenquin del gran Cardin
mia cavalletta !
Diamoci appuntamento sul tuo cuore selvaggio al cortisone
mia tartaruga saggia
mia Ferrari col Senna nel motore ,
meglio ancora se in quel punto d’incontro
contraddittorio/assurdo ( punto di non ritorno )
delle tue scoordinate spazio/tempo/amore a scapicollo
viste e considerate le gomitate e le sinergie di troppo
che opponi alle mie mani immense che ti cercano .
Diamoci ‘sto appuntamento
ma diamocelo santiddio unabuonavolta
dove ti pare a te
magari in quel pineto scalcinato
che tanto ti appassiona e ti spaventa
là dove la pioggia acida sfrigola sulle foglie veleno e favola
con gran travaglio del Vate che fumigando s’inargenta in sibemolle…
E se il tuo mento porrai , come tuo solito
come vitigno sul mio omero ossuto perforandolo
sommando pena a pena in un momento topico di cosmico spavento
sarà ancora per dirmi : - Resta , restiamo, ma andiamo via lontano,
col mio vento .
Prendimi
come un reame d’ansiolitico
per abiogenesi mediata da Zanzotto
per sortilegio d’Orazio Converso (*)
per somma fotosintesi che da clorofilliana
s’inveri in stroboscopica, ruotante all’incontrario
per nascere di nuovo come l’ha fatta mammà, come desideri tu
fatta di sole, d’aria e di tiramisù
ebbra smagata immensa dentro al cuore
laggiù dove il silenzio è più forte
e l’urlo del nuraghe uccide questa morte



(*) Operatore video per la poesia e il teatro

Leopoldo Attolico


Da “Scapricciatielle”, El Bagatt, 1995

RIECCOMI FINALMENTE DOPO GIORNI E GIORNI DI OSCURAMENTO!!!!

PURTROPPO NON RIUSCIVO AD ACCEDERE A INTERNET A CAUSA DI UN PROBLEMA TECNICO E QUESTO MI HA DANNEGGIATO MOLTISSIMO!!! ORA DI NUOVO POSSO SCRIVERE SUL MIO BLOG E MAGARI AGGIORNARLO SU TANTISSIME NOTIZIE, INTANTO SUL PREMIO "INSULA ROMAE", PRIMA EDIZIONE, CHE SCADE IL 30 APRILE 2009. BASTA INVIARE TRE POESIE DI MAX 30 VERSI CIASCUNA CHE ABBIANO COME ARGOMENTO L'ISOLA TIBERINA DI ROMA E IL SUO FIUME, IL TEVERE. LA PREMIAZIONE A LUGLIO 2009 PRESSO L'ISOLA TIBERINA NELL'AMBITO DELLA MANIFESTAZIONE ", CHE SI TIENE DA 18 ANNI, "L'ISOLA DEL CINEMA" A CURA DI GIORGIO GINORI. IN GIURIA TOMASO BINGA (BIANCA MENNA),MARIO LUNETTA, FRANCESCO MUZZIOLI, ROBERO PIPERNOE LA SOTTOSCRITTA. PER DETTAGLI INVIATE UNA MAIL AL MIO INIRIZZO: rosafrancefarina@fastwebnet.it. A prestissimo con le vostre poesie!!!

lunedì 2 marzo 2009

"TRAGOEDIA" DI FRANCESCA FARINA ALLA LIBRERIA ODRADEK DI ROMA

LUNEDI' 23 MARZO 2009, ALLE ORE 18,00,PRESSO LA LIBRERIA ODRADEK, VIA DEI BANCHI VECCHI, 54, ROMA (CENTRO STORICO), IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA, SARA' PRESENTATO IL VOLUME DI POESIE "TRAGOEDIA" DI FRANCESCA FARINA, CASA EDITRICE ZONA, PRESENTATO CRITICAMENTE DAL POETA, SCRITTORE E CRITICO LETTERARIO MARIO LUNETTA. SEGUIRA' UNA MARATONA DI CIRCA TRENTA POETI CHE LEGGERANNO I SONETTI DEL VOLUME. SERATA APERTA CON INGRESSO GRATUITO. A CONCLUSIONE DELIZIOSO BUFFET POETICO. PER UN ASSAGGIO... DEI SONETTI: WWW.EDITRICEZONA.IT

ARCHIVIO NAZIONALE DEI DIARI A PIEVE SANTO STEFANO (AREZZO)

NEL PICCOLO, DELIZIOSO PAESE DI PIEVE SANTO STEFANO, IN PROVINCIA DI AREZZO, ESISTE UN ARCHIVIO UNICO E SPECIALE, INVENTATO DAL GRANDE GIORNALISTA E SCRITTORE SAVERIO TUTINO, ESPERTO DI POLITICA DEI PAESI DEL SUDAMERICA, CUBA, ECC: L'ARCHIVIO DIARISTICO NAZIONALE, CHE ACCOGLIE DAL 1982 MOLTISSIMI DIARI, LETTERE, MEMORIE, DAL 1800 AD OGGI. OGNI ANNO L'ARCHIVIO PREMIA I MIGLIORI DIARI, LETTERE, MEMORIE, ECC., NON ULTIMI I TESTI SCRITTI CON UN ITALIANO APPROSSIMATIVO, CIOE' TUTT'ALTRO CHE LETTERARIO, MA VERO. I PIU' BEI TESTI IN REALTA' SONO PROPRIO QUELLI ANTI-LETTERARI E COLTI PER ECCELLENZA. NEL 1998 I MIEI DIARI RELATIVI AGLI ANNI 1977/78 SONO STATI NELLA ROSA DEI PRIMI DIECI; QUELLI RELATIVI AGLI ANNI 1987/88 NEL 2008 SONO STATI PREMIATI CON LA "MENZIONE D'ONORE". VI INVITO TUTTI, SE AVETE TESTI INTERESSANTI IN QUESTO SENSO (AUTENTICI, NON DI FANTASIA O LETTERARI),A MANDARLI ALL'ARCHIVIO DIARISTICO NAZIONALE, PIEVE SANTO STEFANO (AREZZO). BASTA QUESTO INDIRIZZO, ARRIVERANNO DI CERTO, TUTTO IL PAESE SA DOVE SI DEPOSITANO, SELEZIONANO E PREMIANO I TESTI INVIATI. LORETTA VERI E' IL GRAND COMMIS DELLA SITUAZIONE, CHE HA IN MANO LE REDINI DI TUTTO, COADIUVATA DA TANTI COLLABORATORI CAPACISSIMI ED ENTUSIASTI.

mercoledì 21 gennaio 2009

DOMANI 22 GENNAIO 2009 DA BIANCA MENNA/TOMASO BINGA AL LAVATOIO CONTUMACIALE

NON MANCATE DOMANI DA BIANCA! ORE 18,00, LAVATOIO, PIAZZA PERIN DEL VAGA, 4, ROMA FLAMINIO, GRANDE SOIREE CON FRANCESCO MUZZIOLI, MARIO LUNETTA, MARCELLO CARLINO E TANTI ALTRI POETI, PER CHI HA VOGLIA DI ESILARARSI CCON UNA SUPER POESIA!!!

LAVATOIO CONTUMACIALE
associazione culturale diretta da Tomaso Binga - Anno 35°-
e ARCHIVIO Menna/Binga

presentano

Giovedì 22 Gennaio 2009 Ore 18,00

“ALLA CORTE DEL CORTO
Edizione Le impronte degli Uccelli, Roma 2008
Quello che pensano i classici del Cattivo Governo
Favola satirica di:
Francesco Muzzioli
Relatori: Marcello Carlino e Mario Lunetta

Esperimento di lettura dell’Autore
DEL Cattivo Governo
Quello che pensano gli artisti contemporanei
Mostra con opere di:
Bruno Aller, Silvana Baroni, Paolo Berni, Aldo Bertolini, Tomaso Binga, Primarosa Cesarini Sforza, Marisa Facchinetti, Roberta Filippi, Giovanna Gandini, Nella Giambarresi, Velia Iannotta,
Giuliana La Portella, Bianca Madeccia, Carmelo Marchese, Rossella Pompeo,
Vincenza Salvatore, Silvia Stucky, Antonio Tateo.

Piazza Perin del Vaga, 4 - Roma (Lungo Tevere Flaminio)
Tel. 06 3630 1333 cell. 334 3708222
E mail: tomasobinga@libero.it www.lavatoiocontumaciale.it

lunedì 19 gennaio 2009

DUE POESIE DI GIUSEPPE SPINILLO

GIUSEPPE SPINILLO

(il diritto allo strappo)

Strappati tutto di dosso
I limiti, le mappe, gli odori
Le convenzioni, le latitanze
I torpori
Strappati di dosso i dolori
Le tristezze, i sentori
Che ti fanno pensare che
È troppo il peso
Da portare sul viso
Strappati i vestiti
Le illusioni, i malori
Le sentenze, le risposte
I furbi modi di fare
Strappati di dosso
I confini che ti fanno
Sentire tutto stretto
Strappati le nostalgie
I sentimenti a soffietto
Il doppio petto esistenziale
La carta astrale che ti
Fa sentire tutto scritto
Strappati dal foglio
Su cui hai poggiato
I tuoi piedi
E dopo averlo strappato
Strappati le domande
Già troppe volte fatte
E rifatte
E le fate che ti stanno
A ridosso
E diventa anche strega
Anche diavolo
Ed altra metà del buio
Fatti oltre e nell'oltre
Fatti indietro
E rapina lo spazio del diritto
di definirsi
senza spazio per ancora altro oltre
e si riparte
te lo dicono i sensi
che se non sono già spenti
sono sempre già pronti
per saggiarti e farti saggiare
per avere la voglia insaziabile
di sempre altro sapore
e tu non star lì ad aspettare
strappati tutto il superfluo
e non smettere mai di strappare


e>
>
>Riscrivo poesie già scritte
>
>
>Come posso dire di quello che
>sappiamo senza che la mente si adiri
>e mi fermi la mano dal verso
>per scandirla nell'urlo
>come posso scorrere in linee
>di poesia
>ciò che merita solo l'adirarsi
>della bestemmia
>lo strascico dell'anatema
>la persistenza nell'oltre
>e come posso dire in altro modo
>che non sia volgare
>ciò che è più che volgare
>come posso trascinare tutto
>oltre l'oblio
>oltre il mio io che riverso
>nei versi
>oltre me stesso
>come posso trasgredire l'odio
>senza altro odio
>come posso essere equo
>e distante dal fuoco
>senza farmi scottare
>dall'ingiusto e mettermi ad
>urlare l'ustione
>come posso non dire carnefice
>al carnefice
>come posso essermi pace
>esssere carezza per l'oppresso
>senza mettere i piedi e le mani
>nella bacinella in cui
>versa il suo sangue
>e senza esserne parte
>come posso solo pensare che
>la poesia se ne stia
>al di fuori a cuocere e cucire
>merletti politicamente corretti
>se invece il mio cuore
>è già parte
>in tutto ed in parte
>e già parte verso
>la parte che subisce e che
>chiama libertà
>e la urla
>e la schiaffeggia
>la volgarizza
>la spoetizza
>la rende scorretta
>e scomoda da starci lì accanto
>ma come posso non essere dalla parte
>più difficile del tavolo
>quella che non divide la torta
>quella che non conosce la torta
>quella che la buttano
>col muso nel fango
>e se si ribella
>ed io scrivo poesie già scritte
>in attesa di poterne scrivere una
>mai scritta
>una mai sentita
>una mai musicata
>e come potrò mai guardare
>negli occhi la vittima
>senza starmene al caldo
>nella stanza tranquilla
>dell’equidistanza?
>
>
>

venerdì 16 gennaio 2009

IL SITO DELLA CASA EDITRICE ZONA

IL SITO DELLA CASA EDITRICE ZONA DI PIERO CADEMARTORI, CHE HA PUBBLICATO IL MIO LIBRO "TRAGOEDIA" è WWW.EDITRICEZONA.IT" E NON "WWW.ZONAEDITRICE.IT" COME AVEVO ERRONEAMENTE SEGNALATO IN PRECEDENZA!!!
SCUSATE LA MIA FANTASMAGORICA (IN NEGATIVO!!!)DISTRAZIONE...

mercoledì 14 gennaio 2009

SABATO 17 GENNAIO GRANDE EVENTO!!!

Una mia poesia che non fa parte della raccolta di sonetti "TRAGOEDIA", CASA EDITRICE ZONA DI PIERO CADEMARTORI, LEGGETELA E DITEMI CHE COSA NE PENSATE:


"I miei gioielli, questi pochi
anelli, che incastonano diamanti
a croci e ancora voci
di miniera e sangue d’operai
questi ori scintillanti, questi pianti
zaffiri a crocchi, incroci
di diaspri e coralli
vene di brillanti, lacrime di santi
cavatori, sudore di sterratori
questo orologio mogio
mesto nel marcare il suo tempo
sempre infinito e lento
veloce e truffaldino
questo malandrino senza requie
queste bestie al mio collo
le catene del collier, il platino
celato nello scollo del golfino
i bracciali a torchon, i cabochons
sfiorati dalle tue mani, ladri
di beni, di sospiri, questi vampiri
succhiasangue alla carotide
alle tempie, questi pendenti-fendenti
queste spade lancinanti, i martiri
che si immolarono per loro,
per l’oro…"
FRANCESCA FARINA.

lunedì 5 gennaio 2009

Sabato 17 gennaio 2009 EVENTO ALLA LIBRERIA FUORILEMURA - ROMA

LA LIBRERIA FUORILEMURA
VIA DEI RETI 54, ROMA
SABATO 17 GENNAIO 2009, ORE 18,00
presenta
“DONNA”
MOSTRA FOTOGRAFICA DI VINCENZA SALVATORE
MOSTRA PITTORICA DI CHIARA D’APOTE

A SEGUIRE
TOMASO BINGA (BIANCA MENNA) E VITO RIVIELLO
PRESENTANO IL LIBRO DI SONETTI
“TRAGOEDIA”
DI FRANCESCA FARINA
CASA EDITRICE ZONA

A SEGUIRE
“DONNE”

MARATONA DI POESIA CON I POETI

Domenico Alvino, Paolo Arceri, Silvana Baroni, Tomaso Binga,
Paolo Borzi, Silvia Bove, Alida Castagna, Tiziana Colusso, Laura Canciani, Maria Clelia Cardona, Luigi Celi, Emanuela Celi, Angela Cuomo, Chiara D’Apote, Gabriella Di Trani, Francesca Farina, Donatella Mei, Franco Falasca, Sara Febbraro, Anna Maria Ferramosca, Lidia Gargiulo, Carla Guidi, Maria Inversi, Ivan Paduano,
Giulia Perroni, Enrico Pietrangeli, Mimma Pisani, Roberto Piperno,
Rossella Pompeo, Domenico Sacco, Eugenia Serafini, Luigia Sorrentino,
Giuseppe Spinillo, Marisa Tolve


Coordina Francesca Farina
Servizio video-fotografico di Vincenza Salvatore
www.poeticontemporanei.blogspot.com