lunedì 22 ottobre 2007

"Oh, sorgi, dunque, sorgi..." di Francesca Farina

"Oh, sorgi, dunque, sorgi,
anfora perenne e sempre infranta,
occhi di terra e giglio e materia
d'Universo e d'acqua!
Precipiti un giorno non deciso, non voluto,
ma sempre pensato da sempre, precipiti
tremando dall'alto e ti abbatti,
anfora, e i pezzi spargi sul pavimento celeste,
negli anfratti dove alle tue guance
radici e unghioli di topi grattano
scostanti. Ma prima ti forgiarono
le nubi, ti plasmò una mano eterna,
ti scrutò e dipinse col pennello degli anni
un'anima inquieta, sola,
e ti riempì di sogni. Poi qualcuno
indeterminato e instancabile
versò il miele della vita, sovente invano,
nel tuo ventre aperto,
perché ne generasse altra vita,
ma con quanto diniego!
Sorgi, innalzati con sdegno,
cresci in pianto, senza senso,
svolgiti, nastro ineguagliabile,
al fiocco dell'anima affida la tua sorte,
sii stella, arma e tutto,
lava e fuoco, morchia e seta,
uncino e onda,
creatura!"

Poesia di Francesca Farina, tratta dalla raccolta "Metamorphoseon" (2007), a cura delle Edizioni DBCARD, dell'editore Giorgio Cortellessa.

1 commento:

Francesca Farina ha detto...

L'anfora, come nella poesia del poeta persiano Omar Kayyamm, è la creatura umana, che fu forgiata dalla terra e alla terra ritorna, una volta infranta. "Questi vasi furono occhi di fanciulla" scrive infatti Omar Kayyamm, verso che mi ha sempre scnvolto...Beviamo coppe che una volta furono pupille...Tragedia dell'esistere...D'acqua e fango fummo, e acqua e fango saremo...