martedì 4 settembre 2007

"Senza titolo" di Maria Grazia Calandrone

Ahi, quanti!
dolci e giocosi e vagabondi ragazzi
fanno tempesta nelle acque vive
del mio cuore e mietono da barbari
re della luce la messe delle tavole imbadite
della capitale
che protende il suo oro medioevale tra cedri e ulivi.

3 commenti:

Francesca Farina ha detto...

Vincitrice della sezione "La più classica" al Premio di Poesia SAPORI DI-VERSI 2007, Maria Grazia Calandrone ha un curriculum lungo un blog...una delle migliori poete della sua generazione.

Antonio Spagnuolo ha detto...

Quando per l’ultima volta gli occhi tuoi mi avvolsero/
in una nube di colori,/
ed il tuo corpo sinuoso ebbe il sussulto timido/
così come fanciulla,/
le streghe sfrenate vennero a rinchiudermi/
in una lacrima di sconforto./

Fu il gioco disperato della vita che sfugge,/
il sole amareggiato, il desiderio irrefrenabile/
che trascina a fatica un’ impossibile insania./

Fu misterioso anche il malumore/
che trasudava dai tuoi anni maldestri/
carezze guancia a guancia sperperate./

Logorato dai sogni ho riempito la febbre/
con coriandoli rossi, e le mie orecchie/
hanno ascoltato l’inganno della solitudine./
Avrei voluto ritrovare i miei anni virili,/
quelli che la bizzarria pettinava nelle stanze del sogno,/
ma senza più parole ho chiuso ogni poesia.

Antonio Spagnuolo

Mark ha detto...

E' un piacere leggere i versi di Maria Grazia così veri, pungenti, insidiosi nel loro intrigante gioco di parole che lascia la mente fuggire verso luoghi che la sua penna crea e scompone con grande sottile abilità.