giovedì 31 gennaio 2008

"Qualunque cosa fossimo destinati ad essere..."

"E se lasciassimo per mano nostra anticipatamente questo porco mondo
prendendoci il sabato precedente per gozzovigliare
per dirci apertamente come la pensiamo
per realizzare ciò che non portammo a conclusione
e la domenica seguente per riflettere per meditare nella consapevolezza
e per designare poi un certo lunedì mattina come nostro ultimo giorno
chiedendo la consolazione la salvezza della morte che ci rimbocchi le coperte
come ai bambini irrequieti che si scoprono di notte senza svegliarci più
addormentati per un'eternità per tornare cenere alla terra
cremati e sparsi al vento come polline..."
(Faraon Meteoses)

1 commento:

Francesca Farina ha detto...

Faraon Meteosès ha scritto questa poesia per la nostra "Maratona dei Poeti" per la Giornata della Memoria, per non dimenticare che "Ad Auschwitz c'era la neve...", nè "la baracca laggiù, in fondo" (cito Lidia Gargiulo), né tutti nostri morti...Sono tutti nostri morti e la colpa è dell'umanità...