domenica 18 novembre 2007

Il FINITO, di Tomaso Binga

Sempre odiata mi fu quest'erta vallE
E quella rete, che da picciol pontE
Del primero orizzonte il guardo includE
Ma in piedi stando sine mirare i limitatI
Spalti al di qua di questa, e subumanI
Rumori, e altissimi fragorI
Io nel mio corpo sento: ove per troppO
La trippa s'impavida. Come interventO
Vado a dormir tra quelle rampe, io questO
Finito frastuono a colui che docE
Vo disgiungendo e non ricordo il finitO
E le vive stazioni e il passatO
E viro sull'afonia di lei. Così tra quellA
Esiguità si salva il corpo miO
E il sopravolar m'allappa in quell'amarO.

1 commento:

Francesca Farina ha detto...

Tomaso Binga (universalmente nota anche come Bianca Menna) è troppo famosa perché si dicano qui le sue virtù. Infinito in realtà è il curriculum di questa straordinaria, ecclettica, multiforme performer multimediale, presente sulla scena romana e non solo da circa trent'anni, anche con il suo "Lavatoio Contumaciale" (Piazza Perin del Vaga,5, Roma), sede di infinite "diatribe" poetiche e artistiche.