domenica 22 novembre 2009

BLUES MANTRA DI BIAGIO PROPATO PER VITO RIVIELLO

( Per Vito Riviello )



E ti aspetto, convinto che rispunterai menestrello e giullare
come ogni sera puntuale la nostra amica luna rispuntava
calante o crescente, mezza o piena, dalla tolda colorata
della nave di Fellini, dai rami dei cipressi del Verano
dalle torri delle mura romane affollate da ciurme di spettri
su di noi seduti nel tempio sempre giovane di Poesia
tra il sibilo di voci, forme e colori della Locanda

riecheggianti il Lupo della Steppa , Narciso e Boccadoro
il Darma del Sakiamuni, le storie e le fiabe ancestrali
come assopiti fossimo davanti alle fiammelle dei caminetti
della Lucania silvestre o nella sala dei commensali nell’isola
di Scheria incantati dal racconto di Odisseo tra Alcinoo e i Feaci
mentre Nausicaa chiusa e delusa nel suo verde pudore invidiava
Penelope, Circe e Calipso, e catàla catàla all’ammasùna se ne andava

Stavòta hai schirzàte seriament e nisciùne sàpede
si tutt iè vere o iè tutt nu scherz tremend
si u iuocu va nnant fine a fine du cchiù duce ngann

E ti aspetto, e ti vedo negli occhi di Lidia e nei passi di Daniela
dove torna a rivivere il tuo volto demotico e patrizio
travolto dalla piena, ora al guado inevitabile delle mutazioni
che ti hanno reso polvere cosmica non più mera presenza
ma infinita essenza non legata al soma in cui ti dimenavi
e non volevi più restare, quale ospite stanco e transeunte
poiché assaporavi già l’odore oltre la cortina, nel tuo segreto Dove

Sempre venire per poi andare, sempre esserci per poi non esserci!
Dove sei adesso, amico? Chi sono le tue nuove fidanzate? Ancelle
amorevoli come Silvia, Giuliana, Silvana, Prisca, Francesca, Lucy: lucky?
Hai incontrato altra sposa più fedele della tua ora nubile sposa?
Ci sono tante scale nel nuovo palazzo dove ora risiedi, condomini
rumorosi e pettegoli, drammi Assurdi e familiari, Città tra paesi
Questioni meridionali irrisolte, Sud del sud dei sud, Suddissimi Finisterre:

poetastri e astre che bramano divenire elette andando a letto con strambotti
e disgustosi mottetti, ignorando il duro lavoro dell’apprendistato:.la chiamata?

E ti aspetto, immaginandomi che tu esca dal portone e mi inviti
dopo aver gustato una macedonia con cura da Osvaldo preparata
a percorrere Via Dei Sabelli quasi fino alla Piazza dell’immacolata
dove Goti e Visigoti, sia gli Unni che gli Altri strombettano e rullano
canne e tamburi sotto lo sguardo paziente della lungimirante Selene
che tutto guarda e non ordina punizioni, che tutto illumina
e non chiede pagamenti di bollette, ma solo un verso solidale

Statt bbuonu amicu, cuntinua pure a ride Cuma nu Budda
picchi u tiemp nun si ferma mai pi dà seri cunsigghi
nu mùzzich’ i surrise a cu nun ha mai ridùte mmienz’ a paunigghia

Nel libro dell’Ecclesiaste è scritto: “ I vivi sono consci
che moriranno. I morti non sono consci di nulla.”
Non vi è differenza alcuna, per l’uomo e per la bestia.
Le anime di entrambi vanno nello Sceol, poiché tratti dalla polvere
ritornano alla polvere.”…ma l’Antico dei Giorni ridare può il suo Spirito
un abito nuovo al secondo Adamo, alla novella Eva
e il ciclo ricomincia: l’agnello e il lupo rumineranno la stessa erba

Che Babilonia! Che Sodoma! Che Gomorra! E Che San Lorenzo!
IALLA BINA , BISSM ILLAH IRAHMAN IRAHIM
TWENDE ORENDA WAKANTANKA CHUNKAWAKAN
HABA NA HABA HUJAZA KIBABA NAKA SUBABI
MUTIKATI KATI MUTI MUTIKATI TITIKATA KAKATUA
HIC SUNT LEONES, HIC ERAT MAGNUM NAKA KATA
( Aber...Meines vaters haus im suden steht,
sonne warmt es sanft und seeluft weht.
La casa di mio padre è laggiù nel sud,
dolce la scalda il sole, vi spira vento del mare.
E’ lì che tornare, che tornare io voglio!
Ich allein , Vito Riviello, bin wach und friere
Io solo, Vito Riviello, sono sveglio e le membra ho gelate.“)

E arocna it ottepsa odnepsa ehc non oved erattepsa!
E ancòra ti aspetto sapendo che non devo aspettare!
ACATI! Ora legno cavo verso la tua isola scorri
adempiendo il Palindromo, rivelando il vero nome
a chi ti ha atteso anche prima della partenza
e ora vive il dolore del viaggio conchiglia aperta agli echi
dei marosi e al suono vivo di sirene nel crepuscolo del pianeta

Ninn iame addùnc? Iamuninn prima ca a notte ni stròzzede u cannarruòzzu
mbruscinàmune ndass ciele bebbe bebbe chien’ i nuvole e cuccipinnèdde
ca ricamane u paràvise mpastate cu angiuli e culuri nda na divina tavolozza

Nel parco oggi ho seppellito Camilla il piccolo rondone
trovato una settimana fa sul muretto del Tevere caduto dal nido
e portato a casa avvinghiato al mio petto sotto sguardi stupefatti
sperando di allenarlo al volo, di renderlo libero nel vento.
Ho portato da mangiare ai piccioni, e so che più mangeranno
e più si avvicineranno verso il tempo della tremenda stasi.
Molto triste sono per Tutto, ma pieno di stupore per la vita!

Vito, tu sapevi che i tuoi Kukù avrebbero solcato gli azzurri
fatto sorridere i cieli aperti a ospitarti per sempre nella casa senza pareti
dove il Figlio dell’Uomo prepara stanze per i terrestri mortali
e freme per riaprire i sepolcri e liberare carni frantumate
nell’oblio giacenti per ricongiungerle allo Spirito Primèvo
tra voli e cori di Eloim in festa per l’epifania dei nuovi arrivati
nel Regno eburneo infinito dove decadono tutte le umane tirannie?

E ti aspetto ancòra sotto gli ombrelloni della Locanda!
Eccoti nella tua nuova forma che giungi piano e tranquillo!
Mi porti i saluti di Ugo, di Italo e di altri.
Mi dici che ora sei eternamente sveglio
e continui a fare versi da tutte le parti
poiché poeta fosti tra quelli che nascono
per essere poeti chiamati dalla poesia.

Fine a chi si ndu ball ball e dopu sball prima ca t’imbàllise
e si voi iess alticciu haia acchianà sup’u gautu tralicciu
pi trase ndu paràvise a quattr passi i stu munn curmu i ‘mpicci.

E àncora ti aspetto ancòrato a un ramo di salice in balia di correnti
iperboree, di rapide, di titanici flutti nell’alternarsi delle maree
quando Sele ne il suo alone lambisce la terra e rane gracchiano
dagli acquitrini con lo sguardo rivolto all’Ogdoade
per ricordarci il nostro sito sidereo originale
nel cui grembo ora navighi: già nelle Grandi Acque! Tu Amico!
TU che per me resti: COLUI CHE CAMMINA CON DANIELA!



ROMA 4- LUGLIO 2009
AUTOBUS 70 – SABATO ORE 15, 04 Biagio Propato
LOCANDA HERMANN ORE 20,O4

1 commento:

Francesca Farina ha detto...

pubblico questa lunghissima ballata, forse caso più unico che raro, visto che sul blog in genere pubblico cose molto brevi, ma ne vale davvero la pena! Mi sembra fantastica...e sono certa che la pensate come me!