martedì 23 giugno 2009

DI VITO E PER VITO RIVIELLO (TRE POESIE)

“Aspettando tuo padre
in un campo
o in ufficio,
cade la neve alle spalle
come in un teatro
di duecento posti.
E un uomo ti disegna un cane
e se piangi un cavallo
e una mucca.
E quando arriva muore,
E il pittore era già morto
con i baffi di neve.”

(Vito Riviello)

Ti aspetto
perché non so bene dove
andare.
E il sole che mi sta davanti
mi suggerisce
l’idea di una chiesa
e di una banca
nella stessa città, e
io e te che ci serviamo di entrambe.
Non so se è una donna
o è la torta al limone
che ci fa sorridere.
E quando poi arrivi,
io sorrido dalla poltrona, e sembra
che esista solo questo ritorno.

(Lidia Riviello)


Quando un poeta muore
Piangono perfino gli angeli
Avvisati da un cielo di tempesta
E la neve è nera alla caduta
E si spiumano le ali delle allodole
Si dispera ogni cuore innamorato
Si spegne il sole
E soltanto le candele
Osano risplendere nell’ombra.
Ora fugge ogni chiarore
Le farfalle si nascondono
Chiudono le palpebre i fanciulli
Per lui che portava un fiore nel nome
E il candore nell’anima
E in fondo agli occhi l’infanzia.

(Francesca Farina)

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